Moonchy & Tobias raccontano l’oscurità notturna
Giunge al terzo capitolo la collaborazione tra la cantante Pat Moonchy (Sothiac) e il polistrumentista e produttore Todd Tobias (GBV, Robert Pollard). Moonchy & Tobias III, pubblicato il 30 ottobre 2020 da Tiny Room Records, è un album dai paesaggi oscuri e dai testi in latino, avvolto da inquietanti atmosfere.
Dodici tracce che fungono da colonna sonora per l’oscurità notturna, per incubi misteriosi, in bilico tra malinconia e teatralità.
Calano le tenebre con Dubium: i sintetizzatori e gli archi disegnano una trama spettrale che fa da sfondo alla voce primordiale di Pat. La prima traccia ci culla nella notte e funge da introduzione agli incubi che Moonchy & Tobias insinueranno nella nostra mente. La seconda canzone del disco, Petali Caduti, ricorda i Portishead nei suoni inebrianti. La voce morbida e indifesa viene accompagnata da un loop ritmico in un gioco di contrapposizioni. Il canto dolente di Pat svetta sul delicato piano di Margaritae accompagnato da un tessuto elettronico etereo che le conferisce un carattere cinematografico. È in brani come Frangit che vengono fuori le spire sonore sempre più avvolgenti. Una coltre elettronica polverosa e rarefatta sorregge la flebile voce di Pat, un requiem che si insinua nella mente dell’ascoltatore.
C’è spazio anche per momenti più lucenti come Somnia, una musica soave in antitesi col resto del disco. La successiva Limbi è suadente e altisonante, inganna inizialmente facendoci pensare alla fine dell’incubo, non appena la voce di Pat fa il suo ingresso veniamo trascinati nuovamente nell’oscurità.
Moonchy & Tobias III non è un disco innovativo nei suoni, per altro realizzati egregiamente, ma nel cantato. L’uso del latino si rivela un azzardo che funziona, il suono delle parole ben si sposa con le strumentali e lo rende un album accattivante. Per chi ama la notte questo è sicuramente il disco giusto.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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