L’intoccabile fascino dei Morcheeba
Una libertà lunga trent’anni
Da sempre essere amante sfegatata dei Morcheeba è qualcosa che mi appartiene per una serie di ragioni che vanno dal riconoscere la band inglese tra le più influenti per il mio gusto musicale, fino ad arrivare alla certezza che dopo trent’anni spaccano ancora come ai tempi di Big Calm.
Il 14 maggio 2021 è uscito Blackest Blue, il loro decimo album, prodotto dalla loro etichetta indipendente Fly Agaric Records, in collaborazione con Kartel Music Group e distribuito da Audioglobe. Un album raffinato e che aggiunge spietatamente ulteriore potenza alla forza spirituale del gruppo.
Skye Edwards e Ross Godfrey indagano sulle relazioni familiari e di coppia, sull’amore, le difficoltà ma anche la consolazione che offre la cannabis, in tutto condito in pieno stile Morcheeba, tra chillout, elettro pop, soul e downbeat, ovvero un’elettronica molto vicina alla musica ambient, ricca di groove e ritmi intensi.
Oltre le lezioni di stile che i Morcheeba continuano a dare, i testi di Blackest Blue ci parlano di superamento delle difficoltà e estendono un certo grado di positività, decisamente lontano dalle innumerevoli scritture di questo momento storico. Sì, perché i Morcheeba, come ogni altro artista, a causa della pandemia ha fatto i conti con la creatività in tempi incerti che, spesso, hanno generato riflessioni più deprimenti, passatemi il termine!
La grande spinta comunicativa di questi artisti crea una sorta di ipnosi, mentre si ascolta il disco, in cui è presente la cover di The Moon, brano della cantautrice bosniaca Irena Žilić, che ne aveva scritto un solo verso. Skye ne ha aggiunto un altro in cui ha scritto proprio blackest blue, che è sembrato come il titolo perfetto per questa nuova opera in studio.
Un mistero lo avvolge, rendendolo intrigante e super sexy, fin dal primo brano Cut My Heart Out, o in pezzi come Sounds Of Blue oppure Sulphur Soul e Oh Oh Yeah.
Fan sfegatati o meno, sicuramente non si può negare che i Morcheeba conservino un fascino senza tempo, in grado di incantare anche l’ascoltatore più ingenuo e ammaliarlo a tal punto da fargli perdere ogni inibizione e farlo sentire completamente abbandonato e libero!
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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