Attraversando Nairobi: il disco
Nairobi è una creatura nata dall’estro musicale di Andrea Siddu (Plasma Expander,Vanvera,Trees of Mint e collaborazioni con Kid Millions/Man Forever e Damo Suzuki Network) alla batteria, Giorgio Scarano (IcePick Experimental Trio) alla chitarra e Leonardo Gatto al basso (We were OnOff).
I tre provengono da due posti tanto lontani, quanto accomunati da un destino, per così dire, “isolano”. La Sardegna, da un lato, la laguna di Venezia, nel pieno Mar Adriatico, dall’altro.
Sarà per questo che nel cuore dell’album sento fuoriuscire un effluvio emozionante e catartico.
Il disco, self titled, è stato registrato tra Bologna e Treviso, ed è composto da otto brani interamente strumentali, dall’animo “angolare”. Nairobi viene pubblicato il 30 gennaio 2020 in LP e in digitale per Wallace Records e Brigadisco.
Alcuni pezzi appaiono spigolosi, altri, invece, ben più smussati e resi malleabili da pause dense e distorte.
Pezzo di sicura presa diretta, in studio e sicuramente live, è Two -Bad, in cui una linea di basso in trip si sposa alla perfezione con rullante incessante e arpeggi equalizzati di chitarra.
Nessuna parola, mai, eppure sembra scorgerci dialoghi mozzafiato interpretati a suon di note. Utile nell’interpretazione, sono di certo i titoli affidati ad ogni pezzo. Titoli, per così dire, “parlanti”. Per tutti, è il caso di Escape from the planet of robot monsters, in cui ho ritrovato, nell’incipit rapido, vorace e loopante, una sorta di corsa affannosa per fuggire da una situazione di pericolo.
Mano alle pistole a colpo di riff scientifici è Oh Gun!Gun!Gun! in cui rivedo un velato riferimento alla Western Age, il tutto in una salsa psycho-post rock.
Il disco esordio consacra i Nairobi musicisti di qualità per composizione, esecuzione e qualità.
Classe 93, laureata in giurisprudenza, specializzata in criminologia. Praticante avvocato, scrivo di politica e di diritto su diverse testate. Sono campana ma mi sono trasferita a Padova.
Sono appassionata di musica, suono il piano ed in passato ho suonato malissimo una sgangherata Soundstation mancina.
I miei generi preferiti sono il rock alternative, lo stoner e la musica classica. Sono stata una metallara nell’adolescenza, divorando con disinvoltura i dischi degli Slayer.
Il mio compositore preferito è Prokofiev ma se la gioca con Shostakovich. Amo Elliot Smith ed ascolto con “diligenza da scolara” cose che non conosco. Normalmente sono una tipa che si appassiona con facilità.
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