Gehirnschubladen: la follia senza limiti dei Naked in the Zoo
Si può fare noise rock con violino e batteria? A quanto pare sì, dato che il progetto Naked in the Zoo ha accolto a piene mani questa sfida prima nel debutto Ruer dans les brancards (2024) e poi nel nuovo Gehirnschubladen, in uscita il 30 gennaio 2025 per Edelfaul Records.
Più che raccontare ciò che succede nei sei brani del disco, è necessario approcciarsi alla traccia d’apertura, Changing Images, per rendersi conto del turbine sonoro creato dal duo: le trame di violino di Ruben Tenenbaum schizzano come schegge impazzite mentre Teresa Riemann è una vera e propria locomotiva, sia dal punto di vista ritmico, con una batteria che spazia tra echi noise ed un incendiario math rock, sia dal punto di vista vocale, dando vita a un cantato che sta a metà fra grida di memoria riot grrrl e disperazione piena.
A maggior ragione la successiva I go to libraries and burn cities esaspera ulteriormente questo canone, non tanto da un punto di vista di furia sonora, quanto a livello di distruzione di ogni possibile idea di forma-canzone: le due voci stavolta sembrano rincorrersi, ubriache e felici, mentre la batteria tesse imprevedibili trame che da lontano parrebbero assomigliare a una jam free jazz.
Il background dei due musicisti può in parte spiegare l’ecletticità della proposta. Attiva componente della scena sperimentale berlinese la Riemann, Tenenbaum è invece principalmente attratto dalle sonorità turche, riuscendo a declinarle in chiave avanguardistica. Non sorprenderà, dunque, trovare anche nella seconda parte del disco ulteriori storture di un sound già di per sé totalmente allucinato: la vocalità esasperata di Hertzsog gen Labyrinth, per esempio, ma anche l’apice conclusivo di I Am Not Your Eyes, vero e proprio manifesto del disco, una sorta di summa di tutte le influenze ascoltate precedentemente.
Gehirnschubladen è un album folle, privo di compromessi e a tratti esagerato. Il duo Naked in the Zoo lascia andare a briglie sciolte la propria euforia stilistica, dando vita a sei brani in cui il caos assume forme sempre diverse e mai catalogabili. Questa sua inafferrabilità è croce e delizia, risultando in certi momenti riuscita, meno in altri, ma non fa perdere di qualità complessiva ad una delle uscite più sorprendenti di questo inizio 2025.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.