Naoko Sakata in un viaggio verso lo smascheramento del nostro vero io
Dopo Dancing Spirits del 2021 e Inner Planets del 2020, l’artista svedese di origine giapponese Naoko Sakata pubblica per Pomperipossa Records il suo terzo album solista, Infinity, un avvincente viaggio emotivo alla scoperta di sé, in cui l’ascoltatore può trovare qualcosa di sé nell’onestà e nell’autenticità che la nostra trasmette attraverso la sua musica singolare e rinvigorente.
Sei tracce dal carattere mistico nelle quali viene incanalata l’energia che la Sakata assorbe dalla musica, trasmettendo attraverso l’uso del pianoforte una profondità emotiva che la pone al di fuori di facili schemi pop e una libertà che si colloca al di fuori delle forme tradizionali di jazz o classica.
Infinity inizia con l’altalenante Improvisation 11, una musica che oscilla tra momenti frenetici ed altri delicati, undici minuti di note brillanti e fraseggi vorticosi con il ritmo scandito dalla ripetizione di accordi pesanti in modo da dare un andamento lento che si tramuta in uno scorrere fluido lungo il corso dell’ascolto.
A seguire Improvisation 9 incorpora elementi jazz e di musica classica legati dai vocalizzi di Naoko. C’è poco di definito nella struttura del brano a causa della natura improvvisativa dell’album, questa traccia è caratterizzata da accordi lenti e ponderati spinti su un avvolgente flusso melodico.
Improvisation 15 si presenta come il naturale continuo della traccia precedente, esprimendo attraverso il pianoforte una potente narrazione con la nostra che lascia che la musica si dispieghi lentamente. Un morbido letto di suoni sul quale scorre un fiume di note, a volte impetuose altre leggere e delicate.
La musica ipnotica di Naoko Sakata fa sembrare la durata del disco molto più breve di quanto lo sia realmente.
Infinity è un lavoro ricco e dettagliato, espressivo, sentito e spirituale, uno stile difficilmente classificabile che colloca la nostra tra le compositrici più interessanti degli ultimi anni.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
Commenti recenti