NAVA: corpo antico e contemporaneo
Dalle fusioni di culture si crea sempre il meglio… NAVA è questo: una band con base a Milano, ma con radici nell’antico Iran. La misteriosa Persia e l’industriale Milano: le due componenti si mescolano perfettamente in questo Ep dal titolo materico, tangibile.
Con Body, per Nettwerk Music Group, debuttano i NAVA, “enigmatica” band, definita un “mix culturale dal sapore industrial fra sonorità persiane ed elettronica sperimentale europea”.
Il canto ha uno stile contemporaneo, che a volte si avvicina alle modalità dell’hip-hop, altre diventa melodia dolce e fluente. Così è in Ritual, uno dei quattro pezzi dell’Ep, già uscito come singolo, insieme a Flesh e Bones.
Efficaci i NAVA, nella scelta di un genere elettronico, la cui potenzialità è l’essersi ibridato ad antichi suoni etnici. Linee melodiche che fuoriescono da antichi strumenti a corda, probabilmente synth, dal netto e ben identificabile sapore orientale. Così anche le percussioni che virano dal tribale al beat techno. Anche il video fonde i due mondi: il lettering del persiano con gli spigoli da murales, i simboli della mistica orientale costruiti con freddo metallo, che va ad intrigarsi in due giovanissimi e nudi corpi.
Flesh è probabilmente il pezzo più interessante e nuovo: singhiozzi di ritmo, intrecciati con acidi allunghi sonori di synth, che improvvisamente si tagliano; la voce ad unire il tutto, post-prodotta a renderne il massimo delle potenzialità.
Di ritorno dal mini-tour europeo che li ha visti aprire le date degli islandesi Vök, “il gruppo attira inevitabilmente l’attenzione grazie a uno stile cadenzato da suoni industrial e produzioni elettroniche selvagge e mutevoli, il tutto tenuto insieme dalla voce sinuosa e dall’acuto lirismo della cantante Nava Golchini”.
I NAVA strizzano l’occhio all’elettronica nord europea, scegliendo suoni che richiamano la cifra stilistica dei fratelli Dreijer (The Knife e Fever Ray); fanno ballare, ma fanno anche meditare: il salto in Oriente è immediato, dall’orecchio all’immaginazione.
Nata ad Amandola, un paesino sui Sibillini, il 20 aprile del 1979, fin da piccola ha sentito scorrere la musica dentro il suo corpo. Pianista fino al liceo, ora si diletta alla tastiera, ha scelto di fare l’Università e quindi di vivere a Bologna, dove ormai risiede da vent’anni, nonostante l’accento le sia rimasto profondamente marchigiano. Di lavoro fa la prof di lettere alle scuole superiori, in
un paese nel Modenese. Fra i suoi hobby, oltre alla musica, leggere e scrivacchiare.
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