La pittura come fonte d’ispirazione per la musica
A meno di un anno dall’esordio con The Substance of Perception, Alessio Antoni in arte Neraterræ torna col suo secondo lavoro discografico intitolato Scenes From the Sublime. Pubblicato il 20 Marzo dalle etichette discografiche Cyclic Law e Liberation Through Hearing, l’album è una personale celebrazione di alcuni tra i pittori preferiti di Antoni: da Zdzislaw Beksinski passando per Dalì e Goya fino a Böcklin e Füssli, un’ode a opere differenti in un viaggio evocativo che attraversa quattro secoli di capolavori artistici.
Come col precedente album, anche in Scenes From the Sublime Antoni intraprende il suo cammino in compagnia di artisti internazionali: Alphaxone, Dødsmaskin, George Zafiriadis (Martyria), Leila Abdul-Rauf, Mount Shrine, Phelios, Phragments, Shrine, Yann Hagimont (Cober Ord) e Xerxes The Dark.
L’apertura è affidata alla cupa e rarefatta The Last Abjurer, una traccia che già dalle prime note fa calare le tenebre. Un rituale meditativo dalla forte componente visiva che ci trascina direttamente agli inferi con i suoi droni leggeri e polverosi ed una ritmica tribale ridotta all’osso.
In Fate Unveiled siamo avvolti da un muro di droni dal sapore post-industriale, una strumentale in continua crescita che alterna momenti inquietanti e abrasivi ad atmosfere rilassate e malinconiche. Nei 10 minuti di Passion Domain ci troviamo dinanzi ad un ambient più morbido, più “delicato”, meno ostico rispetto alle tracce precedenti. Neraterræ lavora stratificando il suono con sintetizzatori e glitch, ottenendo così una suite affascinante, non scaturendo mai nel banale.
Il suono ipnotico di un orologio scandisce il tempo in The Collapse of Matter and Time, la trama dell’ottava traccia è claustrofobica: l’inquietante drone-ambient è ricco di dettagli, dai rumori industriali alle implosioni che contribuiscono a dare un senso di desolazione.
Le voci dilatate e piene di riverberi di Towards Oneiric Truths creano un’atmosfera ritualistica e meditativa che va ampliandosi con l’uso di suoni profondi, ma che forse lasciano trapelare uno spiraglio di luce tra le dieci cupe tracce del disco.
Neraterræ conferma tutto il suo potenziale e si candida a essere uno dei nomi caldi del panorama internazionale in ambito dark ambient, una cifra stilistica ben riconoscibile e mai scontata lo rendono un artista con la a maiuscola.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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