La colonna sonora perfetta per il film dedicato all’amore in un mondo che muore
Nero Kane, alias Marco Mezzadri, è un cantautore conosciuto sulla scena underground nostrana, alla ricerca di un nuovo pathos, più intimistico, minimale e decadente.
Love In A Dying World è il nome del suo nuovo album, pubblicato lo scorso 30 novembre per il collettivo artistico American Primitive.
Il combinato disposto di chitarra e voce grave, tinge di rosso una melodica a tratti noir, con riferimenti ipotetici, visti anche i rimandi col piano organato, alla new wave degli ’80. Il disco si apre con l’immagine di Black Crows, al termine del pezzo si sentono, tra l’altro, in lontananza corvi che gracchiano, mentre in crescendo, si tesse una nuova tela con Desert Soul, volta a condurre la propria immaginazione dalle rotte Europee fino ai meandri desertici americani.
Lo stile è certamente una chicca non categorizzabile, anche se l’hashtag che accompagna il personale soundcloud di Nero Kane è Eclectic Desert Rock, cultura musicale che da sempre caratterizza il territorio del Sud California, dai quali rivoli, in maniera molto più distorta, nasce lo Stoner dei Kyuss.
Living on the edge of the night è una gran bella ballad, tra ricordi e nostalgie latenti, mentre ritmiche circolari attraversano il pezzo in una sorta di nenia cullante.
Effettivamente quel che caratterizza il disco è, senza alcun dubbio, una sorta di tristezza che, seppur non patologica, sembrerebbe approdata ad un limite massimo di sopportazione.
Di un decisivo folk cantautoriale è Because I knew not when my life was good in cui si va oltre la concezione acustica, associando alla stessa un solo di chitarra elettrica.
Dieci tracce compongono un concept album fondato sull’introspettività cantautoriale contraddistinte da una voce sensuale che scivola ferrosamente ad ogni cambio accordo sul manico di una chitarra.
Probabilmente un disco che non consiglierei a chi sta attraversando un periodo non proprio grandioso. Il pericolo? Quello di trovarsi ad ascoltare un inno al malcontento quale So Sad.
Ma alla fine cosa c’era da aspettarsi dalla colonna sonora e corrispettivo film omonimo di Samantha Stella intitolato all’amore in un mondo che sta morendo?
Classe 93, laureata in giurisprudenza, specializzata in criminologia. Praticante avvocato, scrivo di politica e di diritto su diverse testate. Sono campana ma mi sono trasferita a Padova.
Sono appassionata di musica, suono il piano ed in passato ho suonato malissimo una sgangherata Soundstation mancina.
I miei generi preferiti sono il rock alternative, lo stoner e la musica classica. Sono stata una metallara nell’adolescenza, divorando con disinvoltura i dischi degli Slayer.
Il mio compositore preferito è Prokofiev ma se la gioca con Shostakovich. Amo Elliot Smith ed ascolto con “diligenza da scolara” cose che non conosco. Normalmente sono una tipa che si appassiona con facilità.
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