Scolpire la musica per Neunau
“La scultura è il rigido plasmato.
La musica il liquido plasmato.”
Non ci sono parole migliori se non quelle di Novalis per introdurre il nuovo album di Neunau. Quello che lega il progetto di Sergio Maggioni (ex Hot Gossip ed Esperanza) alla scultura e all’approccio archeologico è la materia prima: la roccia, il cemento.
Il progetto artistico nato nel 2015, dopo il primo album realizzato nel 2016 nella fucina di Bienno usando solo acqua, ferro e microfoni, ha dato al mondo Il Ciclo del Vuoto, pubblicato il 10 maggio 2019 per Boring machines.
L’album è frutto di un lavoro nato nel 2017, Concrete, una traccia realizzata per accompagnare il documentario Sound of Concrete, che segue il viaggio del cemento, dalle esplosioni nella cava di Tavernola ai luoghi di lavoro all’interno della diga di Pantano.
Ascoltando il noise della title track si percepisce quanta energia sia stata impegnata nella ricerca alla base di quest’opera, in cui solide indagini si sviluppano dai più piccoli dettagli trasmessi da una fonte sonora. Maggioni cattura e studia questi suoni, cercando le loro potenzialità musicali con l’obiettivo di produrre tracce audio che hanno come protagonista il suono stesso, utilizzato per raccontare la propria storia.
Se nell’atto della ricerca Sergio ha un approccio archeologico, in quello del comporre l’autore può essere paragonato a uno scultore: in questo caso quello che viene plasmato è il suono. In Nel vuoto il suono diventa percussivo atto a creare un effetto minaccioso e tribale tale da dare un senso di spaesamento, tipico di quando si è circondati da un paesaggio maestoso, paragonabile a montagne dove il silenzio e la natura sono gli unici suoni che si percepiscono.
Droni leggeri e field recordings per Movimento I che sono scomposti fino a formare la parte ritmica, che nella fase centrale della traccia verrà esasperata tanto da spingersi verso la techno di matrice berlinese. Una traccia che dà la sensazione delle pietre che si macinano e che verranno poi lavorate con Nastro trasportatore. La materia prima fa il suo corso e con essa di pari passo il suono modulato da Maggioni per dare il senso di movimento: più rotolano le rocce più il suono si fa vorticoso.
È con Movimento II che Neunau conclude Il ciclo del vuoto. Una traccia rumorosa fatta di spessi droni e una ritmica lenta e metallica come gli ingranaggi di un rullo.
Neunau è in grado di trasmettere la sua essenza attraverso il suono, di manipolarlo a suo piacimento per raccontare un processo, quello del cemento e della sua lavorazione.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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