Carnage, il primo disco che vede Nick Cave e Warren Ellis unito come duo: un fresco viaggio nell’oscurità di questo periodo alla ricerca di una luce di speranza
In quest’angosciosa situazione, che dura oramai da più di un anno, ci sono talenti creativi che si assopiscono per sempre e talenti che trovano ispirazione anche dalla negatività per creare qualcosa di nuovo, qualcosa di eccezionale.
Con questa premessa nasce Carnage, il nuovo album di Nick Cave & Warren Ellis, registrato durante le settimane di lockdown. Nonostante la coppia di artisti abbia già composto e registrato, in precedenza, molte colonne sonore insieme, ed Ellis sia sa tempo un membro effettivo dei The Bad Seeds, Carnage è il primo disco pubblicato come duo.
L’intesa creativa di Cave & Ellis è radicata nella loro lunga storia di produzione musicale, sia come collaboratori che come artisti solisti. Si sono incrociati la prima volta nel 1993, quando Ellis ha suonato il violino in diverse canzoni per l’album di Nick Cave & The Bad Seeds, Let Love In, prima che si unisse alla band come membro stabile. I due hanno anche registrato come Grinderman, formati nel 2006, e insieme hanno composto e registrato numerose colonne sonore di film, TV e teatro.
Carnage è un disco completo, brutale, nato in tempo bui, annidato in una catastrofe globale, che si arricchisce di suoni lirici e pomposi che mirano a spezzare le catene di malinconia, depressione e negatività che assillano la popolazione mondiale. Carnage è nato grazie ad un processo accelerato di intensa creatività, come dice Ellis: “le otto canzoni avevano già forma nei primi due giorni e mezzo di composizione”.
Il disco si apre con Hand of God, un inno a tutto ciò che è sconosciuto, superiore e che col proprio volere può tenderci una mano o ritrarla. I frammenti lirici si sposano alla perfezione con la litania ripetuta sia ritmica sia vocale di Ellis e con il cantato/parlato di Cave: sembra quasi di sentire un saggio profeto durante un epifania in trance. Tale ritmo e gusto per il loop e la ripetizione prosegue in Old time, dove la trappola ritmica si fa più pressante creando una base labirintica nella quale si posizionano trappole sonore ed effetti cupi.
Carnage è ricco di suoni bassi, a tratti grotteschi, echi e rientranze che aiutano a creare un’atmosfera, in alcuni brani, lirica, in altri oscura, angosciante. A far da padrone sono gli archi, i violini, le aree di tastiera e i synth: una musica principalmente strumentale dove la voce di Nick Cave ha lo scopo di narrare sia l’oscurità, la paranoia, sia la bellezza e la speranza. White Elephant ne è l’esempio palese.
Un brano più evocativo, atmosferico, giunge con Albuquerque, quinta traccia di Carnage ideata per avere un effetto più dolce, un tocco più leggero ed essere simile ad una carezza rinfrescante giunta improvvisamente. È un cambio di tono e un cambio di direzione: Carnage si alleggerisce della sua componente labirintica, lasciando libero spazio di espressione alla melodia del pianoforte, ad un cantato più lento, sentito, consapevole.
Carnage è un album per questi tempi incerti, con momenti di distillata bellezza e con un senso di speranza quasi provocatorio. Un disco che matura traccia dopo traccia in modo coerente, ricco, preciso.
Sergio Mario Ottaiano, classe ’93, Dottore in Lettere Moderne alla Facoltà di Lettere e Filosofia Federico II di Napoli. Musicista, giornalista, scrittore, Social Media Manager, Digital PR e Copywriter. Presidente del giornale Terre di Campania. Proprietario di Arcanum Fumetteria. Collabora per Music Coast To Coast, Fumettologica, BeQuietNight e MusicRaiser. Ha pubblicato svariati racconti e poesie in diverse antologie; pubblica con Genesi Editrice il romanzo dal titolo “Un’Ucronìa” Il 1/4/2014; pubblica con Rudis Edizione il saggio dal titolo “Che lingua parla il comics?” il 23/1/17.
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