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Nicolò Francesco Faraglia, tra composizione e improvvisazione

A tre anni dall’esordio con Smòs Octet (Aut Records), il chitarrista e compositore reatino Nicolò Francesco Faraglia è tornato con un nuovo lavoro, Kissós, ideato con l’obiettivo di portare a una riscoperta del potere delle pulsioni interiori attraverso un’esperienza autotrascendente.

Realizzato con la partecipazione di Gabriele Evangelista al contrabbasso e di Nicholas Remondino alla batteria, Kissós è una centrifuga di elementi e simboli che Faraglia ha attinto dal mito di Dioniso, chiamato anche Kissós, nome greco della pianta magica dell’Edera con il compito di proteggere Dioniso bambino.

L’album si colloca a metà strada tra composizione e improvvisazione, caratterizzato dalla scelta dell’uso delle armonie tradizionali del Novecento e da una gamma di influenze che vanno dal jazz all’improvvisazione passando per la musica da camera.

Passaggi spigolosi e ritmi frammentati sono alla base di Dithýrambos con la quale si apre l’album. Il brano verte sulla connessione tra melodie e dissonanze, dando spazio all’improvvisazione, senza mai risultare un esercizio di stile. Così la musica di Faraglia parte dalla tradizione jazz senza mai restarne ingabbiata, creando trame insolite nelle quali la chitarra con le sue nenie, viene supportata dall’approccio irruento di contrabbasso e batteria come nel caso di Paurosía.

Échidnai è un brano nel quale la musica jazz incontra quella elettroacustica, tra i fraseggi di chitarra e cellule ritmiche irregolari che fanno della traccia uno dei momenti più intriganti del disco.

Nei sei minuti di Ikárion il groove astratto del contrabbasso insieme alle delicate spatolate della batteria esaltano la sensibilità di Faraglia che trapela dai morbidi accordi e da delicati fraseggi alternati all’uso delle pause in modo da creare un ritmo vivace.

Nonostante la sua complessità,  è un album che scorre agevolmente grazie al contributo personale e creativo di Remondino ed Evangelista che non si limitano solo ad accompagnare Faraglia. La cura nei dettagli fanno di Kissós un lavoro molto pregevole sia musicalmente parlando sia per la narrazione precisa e dettagliata.



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