Encores 2 è l’equivalente musicale delle ultime due dita di una buona bottiglia di vino, rimaste sul fondo perché nei bicchieri non c’era più spazio. Un peccato sprecarle.
Quando sei un musicista particolarmente prolifico, è inevitabile che nel comporre un’opera complessa vengano fuori tante idee, ciascuna con un preciso valore artistico, e che qualcuna di queste, per un motivo o per un altro, finisca per rimanere fuori dal lavoro finale.
Dev’essere una scelta atroce, quella che si compie nel momento in cui, decidendo la tracklist, ci si rende conto che non si può far entrare tutto, e che qualcosa va rimesso nel cassetto. Nils Frahm però non ci sta, e ha deciso che tutto il materiale avanzato dalla lavorazione di quel piccolo capolavoro che è All Melody doveva vedere la luce in qualche modo.
Questa sono le premesse ai due Ep di accompagnamento al disco principale, Encores 1 e l’odierno Encores 2. Da quell’esperimento di musica quantistica condotto nel 2018, l’infaticabile artista berlinese ha tracciato dei solchi minori che potessero raccogliere con criterio le idee strabordate dalla creazione di All Melody.
In un certo senso, i due Ep si assomigliano. Esattamente come il primo volume, anche Encores 2 è pensato per colmare la carenza nel titolo principale di tracce che mettessero in luce le doti compositive di Frahm davanti ad un pianoforte.
Ed ecco quindi 5 delicatissime tracce, che oggi diventano 9, in cui piano e harmonium la fanno da padrone. Per realizzarle, Frahm ha utilizzato una roccia-amplificatore trovata a Mallorca, anche se ad oggi le dinamiche di questo esperimento rimangono oscure.
Poco importa, perché il risultato è comunque di eccelsa fattura. Encores 2 è intarsiato di dettagli squisiti, riverberi genuini e background naturali, simili a cascate e pioggia scrosciante, che accompagnano linee melodiche struggenti ed evocative. Frahm si prende pure la libertà di inserire in coda un pezzo vagamente tribale, mistico e completamente fuori scala rispetto al tepore degli altri tre brani, giusto per verificare la nostra soglia di attenzione.
Il giardino di All Melody, che pare non finire mai, conteneva fiori bellissimi e delicati, che Frahm ha tenuto da parte affinché noi potessimo osservarli più da vicino, prestargli l’attenzione dovuta. Encores 2 infatti non si presta ad un ascolto distratto, ma va studiato fin nei suoi dettagli più minuti.
Le tracce di questo Ep non sono affatto “scarti di lavorazione”. È piuttosto un satellite in orbita intorno al gigante gassoso, che pur piccolo ha un suo nome e una sua identità precisa. Il pendolo di A Walking Embrace, l’afflato di vento marino di Talisman, l’assoluto anacronismo della frenetica Spells o i rumori di fondo di Sweet Little Lie. Tutto, in questa isola minore, ha una sua dignità.
Encores 2 è l’equivalente musicale delle ultime due dita di una buona bottiglia di vino, rimaste sul fondo perché nei bicchieri non c’era più spazio. Un peccato sprecarle.
Troppo scoordinato per essere un musicista, troppo stonato per cantare, troppo povero per fare il produttore, sin dalla tenera età si decide a stare dal lato più affollato dei concerti (con l’eccezione di quelli di Bruce Springsteen, dove contare i membri della band è un’impresa). Cresciuto a pane e blues (a volte solo il secondo), dimostra sin da subito una straordinaria abilità nel ricordare a memoria i testi delle canzoni, il che purtroppo non gli è stato di nessun aiuto durante gli anni della scuola. Laureatosi con disonore nel 2015 in Giurisprudenza, oggi è avvocato, progettista, grafico, artigiano del cuoio, il tutto disponendo comunque della classica dotazione di due arti per lato del corpo, una coppia di orecchie ed un’unica, del tutto ordinaria massa cerebrale.
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