Nils Frahm: musica rilassante
Nils Frahm l’artista, colui che ha rivoluzionato il mondo della musica classica contemporanea con la sua voglia costante di sperimentare, è tornato a sorprenderci con un nuovo album, Music For Animals, per la prima volta realizzato senza il suo compagno d’avventure, Il pianoforte, sostituito per l’occasione da una vasta tavolozza elettronica.
Quasi tre ore di musica per questo nuovo disco pubblicato da Leiter, l’etichetta personale del compositore tedesco fondata insieme al suo manager Felix Grimm. Solitudine e quiete pervadono le dieci tracce di Music For Animals, un progetto ambizioso e completamente diverso da quanto realizzato fino ad oggi dal fondatore del Piano Day.
L’album è composto da brani eleganti e minimalisti che si muovono tra ambient, musica neoclassica e new age dando vita ad un’esperienza intensa e meditativa.
In Music For Animals ci sono brani come Mussel Memory che ti fanno sentire sospeso a mezz’aria. Una serie di droni iniziali accompagnano una gelida e malinconica melodia che conferisce alla strumentale un aspetto cinematografico. Le frastagliate armonie dei sintetizzatori fanno di Seagull Scene un flusso cangiante di musica cosmica che ricorda i “viaggi siderali” dei Tangerine Dream. A metà traccia si ha un po’ di slancio con le melodie che iniziano a cambiare e le onde sinusoidali che iniziano ad oscillare favorendo la completa immersione dell’ascoltatore.
Calma piatta per Stepping Stone, diciotto minuti di droni ariosi animati dall’armonica di vetro suonata dalla moglie di Nils. Una fragile strumentale ricca di suggestioni nella quale l’intervento dell’armonica serve a dare movimento ad una texture minimalista ricca d’impercettibili e vibranti microcosmi sonori.
Il ritmo lento di Lemon Day è assistito solamente da impalpabili pulsazioni elettroniche e da droni sbiaditi che vanno a comporre un lessico semplice e puro composto dagli stessi colori delle tracce precedenti.
Lo stesso Frahm ha definito Music For Animals come “relaxation music”, definizione che si dimostra calzante: nonostante la lunghezza e gli schemi spesso ripetitivi, questo è un buon disco, senza fronzoli o virtuosismi, intimo e autentico con lo scopo di lasciare all’ascoltatore « libero di creare la sua composizione nella sua mente».
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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