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Cecità, l’album “crepuscolare” dei Nitritono

Con alle spalle più di dieci anni di attività durante i quali hanno pubblicato due album e uno split coi Ruggine, i Nitritono si spingono verso trame aggressive, accompagnate da ritmi esplosivi e martellanti, nel nuovo album pubblicato tramite My Kingdom Music e I dischi del Minollo.
Cecità, che prende il titolo dall’omonimo romanzo dello scrittore portoghese José Saramago, affronta il tema dell’indifferenza nella società contemporanea trasportando l’ascoltatore in un viaggio inquieto, claustrofobico, travagliato e inesorabile.
Le nove tracce del disco di stampo post Metal/Noise-core sono caratterizzate da un sound scuro e irregolari disegnato da riff selvaggi che ti trasportano in un fragoroso vortice di suoni carichi di energia dall’impatto violento e minimale.
L’album inizia con la fragorosa apertura di A denti stretti, Pt. 1, che alterna spietatamente momenti veloci ad altri di profonda e oscura introspezione. Un gioco di contrasti dettato dalle intense parti di chitarra che oscillano tra riff violenti e progressioni dilatate attinte dal post-rock. Se la prima traccia si presentava come un monolite durissimo, A denti stretti, Pt. 2 mostra la veste più sontuosa, profonda e soffocante indossata dai Nitritono. Chitarre distorte profonde e taglienti attenuano la furia iniziale, una serie vorticosa di trasformazioni che porta la formazione cuneese ad affinare le parti strumentali.
Tra i migliori episodi di Cecità, 25 Aprile 1945 è una traccia prettamente noise che probabilmente scontenterà gli ascoltatori della prima ma che viene utilizzata come introduzione alla successiva Evviva Piazzale Loreto. In apertura una voce narrante descrive uno dei periodi più oscuri della storia italiana, prima di lasciare spazio ad una strumentale tra le più raffinate di tutto il pacchetto. Un linguaggio più docile e inquieto dà la possibilità alla band di sperimentare e di tracciare nuovissime traiettorie.
Ma niente paura, con Nodus Tollens ritornano le atmosfere cupe e asfissianti alle quali ci aveva abituato il duo. Pesante come una processione funeraria, la traccia è composta da arrangiamenti meno densi, più ariosi nelle parti math, e una riflessività che divide la scena con l’aggressività e il dolore.
Cecità è dunque l’ennesima prova di coerenza dei Nitritono, un album estremamente viscerale, assordante e desolante, basato sul volume puro e sull’intensità atmosferica che spinge il duo a seguire la strada di band come Neurosis, Cult Of Luna, Swans, Melvins, Zu e Pelican.



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