La natura violenta dei Nitritono
Se sei amante dei suoni violenti e sporchi allora ti consigliamo di continuare a leggere quest’articolo!
Fantomas, Melvins, Zu, Zeus! sono solo alcune delle band “rumorose” che ascolti quotidianamente? Perfetto, il duo di cui andremo a parlare sarà pane per i tuoi denti.
È l’ora quindi di presentarvi i Nitritono: attivi dal 2012, Luca Lavernicocca (Batteria) e “Sir” Siro Giri (Chitarra), direttamente da Cuneo, suonano veloci, istintivi e senza fronzoli con l’intento di far tremare le ossa dell’ascoltatore.
A tre anni dal primo disco Panta Rei, giunge a noi il 30 ottobre 2020 il nuovo lavoro pubblicato per I Dischi del Minollo, Eremo. L’album, come preannuncia il suo titolo, nasce dalla passione dei due di stare in solitudine in luoghi abbastanza isolati, immersi nella natura più incontaminata.
Nelle sei tracce del disco, i Nitritono, oltre al noise, hanno condensato doom, sludge e psichedelica, ottenendo così un suono particolare difficilmente catalogabile (e devo dire che a noi questa cosa piace molto).
Ma veniamo alle sei tracce di Eremo: ogni brano si lega all’altro partendo dall’iniziale Re di Pietra. Cosa poteva presagire una pioggia di feedback e rumori? Ovviamente una strumentale lunga e dilatata, dalla batteria granitica e dalle chitarre che strizzano l’occhio alla psichedelica. Un riff robusto per una prima traccia brutale. Tempo di lasciarci prendere fiato con Samosche arriva una deflagrazione in pieno volto dal nome di Passo di Terre Nere. Il suono grezzo dei due verte su una ripetizione mantrica della chitarra che in alcune parti addirittura suona come un sintetizzatore e la sincope della batteria, sempre ipnotizzante.
Non mancano all’album momenti più tribali e scarni come Hospitales o lunghe suite cupe come la conclusiva Costa da Morte, una strumentale ossessiva, dalle vorticose parti di chitarra, alla quale si aggiungono i densi droni di Enrico Cerrato in arte Petrolio.
In conclusione Eremo è un disco promosso a pieni voti, tra momenti frenetici ed altri dove intelligentemente i due mettono il piede sul freno. Un lavoro maturo e non scontato per una formazione dalla forza bruta.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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