Noémi Büchi: il suono è materia
Dopo un tuffo nella metafisica con l’Ep Hyle, la compositrice e sound art Noémi Büchi giunge alla prova del nove con l’album di debutto Matter.
«La musica ci dà l’illusione che il tempo non sia tempo, ma spazio. È allora che la musica si trasforma da processo a oggetto, un pensiero che trovo molto interessante; una materializzazione del processo sonoro. Il suono è materia» ha dichiarato l’artista di Zurigo.
Ispirato dalla musica classica tardo romantica e dalla musica contemporanea dell’inizio del XX secolo, in Matter Büchi confonde effimero e fisicità attraverso suoni intensi e inebrianti.
Partendo dalle metodologie compositive di Igor Stravinsky, Alexander Skrjabin, Gustav Mahler e György Ligeti, Noémi Büchi ottiene nuove forme fresche e moderne che fanno di Matter un’opera di raffinata bellezza.
L’album si apre con la maestosa Elemental Fear, una narrativa dirompente costruita stratificando una miriade di parti strumentali come le sezioni di un’orchestra con spigolosi svolazzi elettronici apparentemente slegati, che suonano in maniera coesa formando una composizione monolitica.
A seguire Screaming At Brutism si basa sulle progressioni di fasci di sintetizzatori elastici, un suono in grado di connettersi con il corpo dell’ascoltatore obbligandolo al movimento. Scie ipnagogiche fagocitano il mondo interiore della compositrice traducendolo in flessibili architetture sonore.
Impalcature cyberpunk al servizio di un suono maturo per Measuring All Possibilities, la quarta traccia è composta da forme sonore moderne, adattate o modellate per ottenere un perfetto equilibrio tra la linearità orchestrale e le strutture amorfe della sintesi granulare.
Taking The Train With Mr. Shark è tra i momenti più divertenti del disco: una caleidoscopica trama di scintillanti arpeggiatori che rendono tangibile la fragilità dell’euforia.
Il debutto di Noémi Büchi è un album ambizioso, un mondo spigolosissimo che suona maturo, un lavoro di ricerca ben riuscito nel quale la materia sonora esprime la potenza e la tattilità della musica d’avanguardia rispecchiando la catarsi della compositrice svizzera.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
Commenti recenti