Norman Fairbanks, la California che non ti aspetti
Norman Fairbanks non ha di certo bisogno di presentazioni, ma per chi non lo conoscesse Norman è un musicista americano, produttore e compositore per giochi, film e multimedia. Nel 2003 ha intrapreso un progetto basato su concept art audio con l’obiettivo di creare un riflesso neo-espressionista della cultura americana contemporanea elaborando e fondendo artefatti sonori quali rumori, field recordings ed elementi elettroacustici.
Supermax California, il suo nuovo Ep pubblicato via Spinnup il 26 luglio 2019, fa parte di questa serie di lavori che hanno come punto focale Los Angeles e la California, utilizzate come metafora delle varie riflessioni tematiche con riferimenti politici, culturali o sociali.
Queste sei nuove registrazioni, dedicate a Christopher Franke, si snodano tra la techno e la trance, senza dimenticare le influenze cosmiche derivanti direttamente da Berlino, città di adozione di Fairbanks.
Ascoltando la title track dell’Ep si ha la sensazione di camminare per le strade della California sotto effetto di acidi, ipnotica, la traccia è realizzata intrecciando synth modulari lisergici e oscillatori, il tutto ottenendo un sound di matrice techno-trance ma che mette in luce il forte carattere di Fairbanks.
Sebbene Endlessly Shaping Memories prosegua sulla scia di Supermax California, la seconda traccia ha una parte ritmica più marcata che rende la produzione ballabile.
Dopo due tracce che risentono fortemente dell’influenza berlinese, la terza, Going Down With The Bloods, mischia a una trama trance, un groove pieno, i synth in questo caso danno profondità alla traccia.
Se è pur vero che con le precedenti tracce Fairbanks non ha mai accelerato il tiro, con Laurel Canyon Traces si rallenta decisamente quasi a voler concedere un respiro all’ascoltatore. Delle sei sicuramente la migliore con l’asticella che si alza ulteriormente, il suo lento incedere è ipnotico e visionario quasi da mandare in estasi.
Il finale affidato a We Knew The World Would Not Be The Same lascia senza parole, la traccia che non ti aspetti, sorprendente, con un break beat mai invadente e una voce campionata omaggio ai Kraftwerk.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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