Perdersi nella musica di Ô Lake
Dopo l’ottimo riscontro avuto con l’album d’esordio Refuge e la pubblicazione di Gerry (Music inspired by the motion picture), la colonna sonora del film Trilogia della morte di Gus Van Sant, Ô Lake combina romanticismo e musica neoclassica nel nuovo album Still, un lavoro decisamente ispirato, registrato con un’orchestra d’archi di 40 elementi.
Il tempo sembra fermarsi quando si ascoltano i delicati motivi di pianoforte amalgamati con la grandiosità degli archi, un delicato fluire nella quiete e nella bellezza che dona un senso di conforto e di tepore.
Il compositore francese Sylvain Texier, vero nome di Ô Lake, riesce a far convivere elementi elettronici con le setose e commoventi melodie del pianoforte per una formula che, rispetto ai lavori precedenti, si arricchisce della forza narrativa dell’orchestra d’archi.
A infondere subito un senso di pace ci pensa Everest, la traccia d’apertura si compone a strati con la fluttuante melodia del piano capace di creare un’atmosfera ultraterrena. Con l’ingresso degli archi la traccia fiorisce lentamente crescendo di dinamiche e d’impetuosità. Un suono seducente quello di Night Moves che sorprende e cattura l’ascoltatore grazie ad un ritmo audace e alla brillantezza delle partiture d’archi. Un brano commovente in grado di alleviare la mente e liberarla dai pensieri più tristi.
Con un motivo di pianoforte martellante, Avalanche impiega poco ad esplodere: arpeggiatori e archi sontuosi arrivano a squarciare lo spazio sonoro, nonostante la sua natura selvaggia la quarta traccia vive di momenti contemplativi e altri scoppiettanti, intensamente cinematografici.
Here si presenta come una sinfonia da camera profonda e delicata. Un crescendo melodico sapientemente costruito affiancato da progressioni elettroniche per un’ avvincente composizione ibrida.
Bisogna riconoscere che siamo di fronte al miglior lavoro di Ô Lake, Sylvain Texier ha arricchito il suo arsenale con l’orchestra d’archi e i pattern ritmici elettronici conferendo nuova linfa all’inconfondibile impronta intimista del compositore.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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