Un’altra buona uscita per øjeRum
Dopo l’acclamato Alting Falder I Samme Rum del 2019, il prolifico artista danese øjeRum torna su Sound In Silence con un nuovo album, Støvfald.
A differenza delle sue ultime uscite di matrice modern classical, Paw Grabowski realizza due lunghe suite di puro dark ambient per un’ora di musica evocativa ed atmosferica, altamente consigliata per i devoti di Windy & Carl, Eluvium, Benoît Pioulard e Fennesz.
Nella prima delle due tracce i droni fluttuanti in apertura di Skybrud creano un flusso confortante, terapeutico in grado di lenire le ferite acutizzate durante gli ultimi mesi. Su questa solida impalcatura sonora si poggiano ipnotiche e minimali melodie di chitarre con le quali Grabowski crea un effetto onirico dal suono inconfondibile. Lungo lo scorrere della strumentale le scie della chitarra vengono modulate fino a tramutarsi in parti vocali tanto da far oscillare il brano tra canto sacro e tappeto ambientale. Lentamente le melodie si tramutano in scintillanti dissonanze fino a svanire del tutto.
Il viaggio continua con Aftenrøde, il secondo capitolovede il sound di øjeRum gonfiarsi e incupirsi: se nella prima parte il suono era più cristallino con i restanti 30 minuti dell’album Grabowski filtra la luce iniziale in una coltre polverosa e nichilista priva di qualsiasi orpello. Le melodie delle chitarre si dilatano per ripetersi all’infinito creando un mantra dark ambient, uno spleen centrale dall’atmosfera evocativa raggiunge il perfetto equilibrio tra le diffrazioni di luce della prima traccia e l’oscurità incombente della seconda.
Støvfald non è sicuramente il miglior lavoro di øjeRum, l’asticella rimane comunque alta grazie alla buona qualità del materiale. I pregi del disco sono sicuramente la facilità di ascolto di un genere che spesso diventa ostico o un esercizio di stile, in questo caso Grabowski grazie ad una narrativa consolidata rende lo scorrere di Støvfald piacevole.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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