Some Kind of Peace è quello di cui abbiamo bisogno in questo momento!
Sentirsi vulnerabili davanti a ciò che accade, in questo periodo in cui il Covid 19 ha reso impossibile controllare le nostre vite. In questa difficile situazione, l’essere umano, davanti all’ostacolo nel costruire relazioni con il prossimo, sente fortemente l’esigenza di esternare il suo sentirsi vivo, senza averne paura, di cercare la bellezza nella semplicità e di sentirsi almeno una volta parte di una collettività a stretto contatto con la natura.
Ólafur Arnalds è riuscito in questa situazione a realizzare il suo lavoro più “umano”, parlando di amore e di come reagire a ciò che la vita ci pone davanti. Nasce così Some Kind of Peace, pubblicato il 6 novembre 2020 via Mercury KX.
Un album ottimista e carico di positività nonostante le atmosfere malinconiche e nostalgiche. Dieci tracce che come dieci fuochi che illuminano la notte, ci indicano la strada da seguire. Emerge subito una differenza lampante col precedente Re: member (2018), Some Kind of Peace è più caldo e si rivela una coperta con la quale proteggersi dal freddo esterno.
Sebbene non venga accantonata la tecnologia, non manca il software STRATUS col quale controlla i suoi pianoforti, Arnalds mette da parte le fredde atmosfere tipicamente nordiche. Già con Loom, traccia di apertura realizzata con l’amico Bonobo, i suoni sono delicati ma allo stesso tempo avvolgenti, contornati da un’elettronica leggera e ipnotica.
L’impronta intimista e new age di Woven Song ha un effetto di soave spontaneità, con le voci campionate che rendono la traccia rassicurante.La romantica Back To The Sky si avvale della collaborazione con la cantante islandese JFDR: una ritmica scarna fa da impalcatura alle sognanti note del piano con un finale esile affidato al solo suono degli archi. La splendida voce di Josin conduce la morbida ed estaticaThe Bottom Line, una delicata trama di archi e piano, un ulteriore tassello nel perfetto puzzle di Arnalds.
Probabilmente il lavoro più personale ed emotivo di Ólafur Arnalds, Some Kind of Peace è quello di cui abbiamo bisogno in questo momento. Un disco che fa della semplicità e della verità la sua bellezza, senza dubbio tra i migliori album di questo 2020.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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