La malinconia vista da Oliver Spalding
Trenta giorni a novembre.
Novembre è generalmente riconosciuto come un mese piuttosto malinconico e, nonostante qualche eccezione, è percepito come un periodo di stasi, di poca frenesia, un momento, appunto, in cui riflettere. Il giovanissimo cantautore inglese Oliver Spalding ha inquadrato questo stato d’animo in un neologismo per descrivere colui che avverte questa malinconia per tutto l’anno, colui che, per questo, soffre di Novemberism.
Il 15 novembre 2019 esce per l’etichetta Monotreme Records, infatti, il suo album di debutto che porta esattamente questo titolo, scritto e registrato con il produttore Ed Tullett (Novo Amor).
L’album è l’elaborazione di un determinato periodo della vita del cantautore affrontato con spietata onestà, tanto da puntare l’obiettivo principale della sua scrittura sulla necessità di scatenare le emozioni, senza false interpretazioni della realtà. Novemberism è attraversato da una doppia tendenza musicale che lo rende intensamente melodico quanto dichiaratamente elettronico. Lo si denota già dal primo brano, Athamè, che parte con i bassi pronunciati e, accompagnato dalla bellissima e particolare voce di Oliver, esplode verso la fine. Xanax, subito dopo, ci trascina in un’atmosfera molto intima, mentre Her Crescent ci fa sognare, quasi come una ninna nanna moderna alla Frank Ocean.
Novemberism, che da il titolo al disco, sembra quasi da club e tutto potresti aspettarti, visti i presupposti concettuali, tranne che questa potenza elettronica. La parte centrale dell’album è meno d’impatto, pezzi come Unreal o A Stop, infatti, sono decrescenti, ma comunque ben studiati. Delicatissima appare, poi, Golden, abbracciata dal pianoforte, ma guidata dalle mille sfumature della voce straziante di Spalding, che si espone alla stessa maniera anche nella chiusura di Novemberism, Everglades.
Influenzato da Björk e dai lavori di Brian Ferry, Oliver Spalding trova la sua voce interiore senza scorciatoie, con un album pensato per quella malinconia di cui sopra che viene, però, affrontata con un’inaspettata e selvaggia spontaneità. Novemberism è un disco interessante, da ascoltare tutto l’anno!
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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