Orcas: uscire dalla grigia monotonia per non andare a fondo
Dopo un silenzio durato dieci anni, gli Orcas tornano con How to Color a Thousand Mistakes, il loro terzo LP pubblicato da Morr Music.
Durante questo lungo lasso di tempo, i polistrumentisti Rafael Anton Irisarri e Thomas Meluch alias Benoît Pioulard sono stati soggetti a importanti cambiamenti di vita, dalla separazione al divorzio, dalla malattia ai ricoveri in ospedale passando per la perdita di fratelli, genitori e amici, che sono state fonti d’ispirazione per la realizzazione di questo nuovo album.
Sidereal in apertura di How to Color a Thousand Mistakes è un ascolto forviante, un intro ambient dai toni siderali drappeggiato da cupe melodie. A seguire entriamo nel vivo del disco con Wrong Way to Fall. La seconda traccia esalta la voce morbida di Meluch che annega in un mare di armonizzazioni agitato da complesse stratificazioni di grintose chitarre elettriche.
I toni cupi della canzone precedente lasciano spazio ai versi malinconici di Riptide, un riassunto dei cambiamenti di vita e degli sconvolgimenti personali dell’ultimo decennio di Pioulard. Il brano mette insieme le maestose chitarre di Irisarri, le linee di synth analogico e i contrappunti del Fender Rhodes di Martin Heyne con il monumentale drumming di Simon Scott degli Slowdive al cospetto di un sound che lacera muri con la dolcezza melodica dei suoi elementi.
Next Life, il secondo singolo, è una canzone struggente nata dopo aver subito importanti perdite e trovando nella necessità di guardare oltre l’orizzonte l’inevitabile dolcezza del lasciar andare – non solo le persone, ma anche le routine, i luoghi e le aspettative. Ricca di sfumature, Next Life si presenta come un mid-tempo che si apre con un bagliore di tramonto e che si dispiega in un finale scintillante di chitarra slide mentre scompare nella vista posteriore.
How to Color a Thousand Mistakes consolida la formula del duo basata su torbide canzoni dall’immediatezza melodica; una miscela di songwriting art rock, ambient, elettronica e pop, suonata con la consapevolezza di dover fare i conti con gli infiniti capricci del cosmo che ci pone dinanzi al dolore, alle perdite e ai traumi della vita.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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