Orson Hentschel: le luci di Berlino
A tre anni dall’uscita di Antigravity, il producer tedesco Orson Hentschel torna con un nuovo progetto discografico. In uscita per Denovali, Heavy Light si compone di tre parti: un’installazione cinematografica con protagonista la ballerina Michelle Cheung, una performance visiva e un album. Un’esperienza audiovisiva che fondedanza, musica e film ampliando il concetto convenzionale di album.
Il progetto si è sviluppato nei giorni del Coronavirus: Berlino è diventata una città fantasma con la luce che si è trasformata nell’elemento più vibrante della città. Quest’ultima ha influenzato sia l’immagine che il suono, a volte metallico, a volte aspro ed elettrizzante, che caratterizza il quarto album del nostro.
Droni e rumori elettronici si fondono con ritmiche serrate e incursioni classiche già a partire dalla prima traccia, Vibe, un concentrato di elettronica sperimentale riflesso delle vibranti luci di Berlino. Un continuo gioco di contrasti tra suoni metallici e melodie minimaliste che ben riprendono la vivacità della capitale tedesca. A seguire Antenna Window è costruita attorno a schizofreniche ripetizioni, un sound oscuro e sinistro riprende l’atmosfera urban della Germania alla quale va aggiunta la presenza dei suoni acustici orchestrali i quali contribuiscono ad un effetto cinematografico.
La title track rallenta il corso del disco incrementando tensione a suon di droni cosmici e oscuri sui quali si poggiano frammenti elettronici costantemente modulati per formare un tappeto sonoro che induce l’ascoltatore in uno stato di ipnosi, tenuto costantemente sveglio dai ritmi industriali.
Se in Heavy Light iniziavano ad emergere le prime influenze cosmiche, in New Walk l’ambient si fonde con sonorità kraut elaborando i droni in un tappeto spettrale ammorbidito dalle corde pizzicate della chitarra.
Attraverso un’opera a 360 gradi, Orson Hentschel mette in luce le varie sfaccettature della città di Berlino e lo fa attraverso una miscela di suoni analogici e digitali diventanti il suo marchio di fabbrica.
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Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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