Osmanthus, una narrazione poetica ed elegante
Osmanthus è il nuovo progetto della violinista Laura Reid e del musicista Krzysztof Sujata (sintetizzatori e tape loops) che si colloca sul versante della contemporary classical music, con incursioni in territori ambient, drone e post-rock.
Il duo ha debuttato con Between Seasons, una raccolta di vecchie registrazioni che aspettavano il momento giusto per venire alla luce dopo che il file del progetto era andato perso a causa di un guasto al disco rigido in cui era stato creato.
L’album, pubblicato il 30 gennaio, è stato registrato tra il 2019 e il 2020 ed è composto da 6 improvvisazioni one take che sono state poi modificate, stratificate o alterate fino ad ottenere un sound delicato e coinvolgente.
Il duo mette sul piatto una scrittura sonora estremamente raffinata basata sull’essenzialità del violino, punteggiata dalle note del piano, dando forma a scenari nitidi e ariosi che creano un’ipnosi sensoriale.
Il primo brano (In Early Spring) ad esempio offre con le progressioni del violino un’espressione di malinconica tristezza. Una composizione caratterizzata da semplici melodie e dalla forte spinta emotiva che traduce la tavolozza acustica di un espressionismo astratto.
In Variegated Forms I, II & III il protagonista è il violino della Reid, piacevolmente disorientante e dall’esecuzione materica, al quale si sovrappongono semplici progressioni di synth o droni inquietanti per creare pattern drammatici. A Sujata va il compito di costruire lo scenario tra morbide note di tastiera, rhodes e nastri entro il quale danza sinuoso il violino. In Late Fall chiude l’album con il suo dolce fluire, una melodia sinuosa che si trasforma in un carillon.
Diciamolo chiaramente, gli Osmanthus non propongono nulla di nuovo o innovativo, nonostante ciò la loro musica d’atmosfera non suona mai scontata, distinguendosi per una narrazione poetica ed elegante, nella quale l’ascoltatore può abbandonarsi senza timori e lasciarsi avvolgere dal mood onirico delle composizioni.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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