Pablo Diskko, bene ma non benissimo
Di origine greca, ma residente ad Amsterdam, Pablo Diskko è conosciuto per uno stile ipnotico che fonde qualsiasi genere, dalla techno mutante all’house più cupa, dall’acid alla sperimentazione.
Con all’attivo due tracce come Electronic Humming (In The Dark Again) e Ununpentium 115 (Raw Culture) e un Ep, These Robots Are Here To Help, pubblicato per Dissolute, il co-fondatore dell’eccentrico collettivo HIS DARK Elements, ha fatto ballare i club di mezza Europa.
A 3 anni dal suo primo Ep, Diskko rilascia un nuovo lavoro, Our Dreams Circling Near, in uscita il 9 aprile 2021 per l’etichetta tedesca sopracitata.
La sua nuova uscita è una miscela di inquietanti synth apocalittici, trame electro, acidi loop analogici e melodie ambient che si fondono insieme creando un vero piacere sonoro per l’ascoltatore.
L’Ep si apre con un’esplosione di arpeggiatori su un beat martellante. And Then, l’opener, ingrana la marcia quando entrano in gioco i bassi: la traccia irrobustisce il suono e da qui parte una cavalcata dream-techno intensa e onirica. La produzioni è piena di dettagli: dai synth acid ai campioni vocali alieni che danno enfasi ad un cocktail esplosivo.
La seconda traccia, Vision 2020, si spinge in direzione acid-techno: un sound corrosivo post-rave supportato da un kick pneumatico e un oscillatore che posto in secondo piano arricchisce le architetture sonore di orpelli IDM. Il terzo capitolo dell’Ep ha una ennesima evoluzione: house cupa e ritmi tribali all’insegna della TR-808 per una traccia che abbraccia componenti di suoni sicuramente più industriali e robotici.
In chiusura la title track è l’episodio più sottotono dei quattro, una traccia che punta su una linea acida e sintetica con un basso corposo senza avere mai uno sprint o un guizzo. Sarà la mancanza dei club ma la chiusura è piatta e monotona.
Our Dreams Circling Near è un Ep che suona onesto e attuale, ben prodotto ma che manca di quel quid in più per non essere solo un lavoro di buona caratura.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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