Paddy Mulcahy: un album nato dal dolore
Paddy Mulcahy è un compositore e produttore irlandese, già noto con lo pseudonimo Nubus con il quale ha pubblicato musica per un decennio. Angel’s Share, il suo primo album per XXIM Records, è un’opera profonda e commovente dedicata alla perdita del padre, una musica per testa, cuore, corpo e anima con la quale ha affrontato un momento di crisi e di dolore.
Per la prima volta con Angel’s Share Mulcahy viene affiancato da altri musicisti, vale a dire il batterista Myles O’Callaghan e il violinista Gareth Quinn Redmond con i quali ha trasformato i ricordi negativi nelle dodici tracce del disco, un ibrido tra il suono neoclassico e l’elettronica nel quale sentirsi protetti e al sicuro.
L’album si apre con i sette minuti di Final Thoughts, un brano dal sound identificativo per la musica di Paddy Mulcahy: melodie acustiche coadiuvate dall’uso della batteria dialogano con i fraseggi elettronici dei synth dando un’impronta forte al brano nel quale convivono elementi sintetici con altri acustici da camera.
La terza traccia Robert’s Lullaby è un omaggio a Robert Moog, fondatore del leggendario sintetizzatore. Un momento vivace caratterizzato da suoni gioiosi, con linee differenti di synth e arpeggiatori che vanno a creare un gioco di tonalità.
Gli stessi arpeggiatori della terza traccia creano una soluzione di continuità in Smile On The Left, ne scaturisce un dialogo con il violino. Realizzata a strati, la composizione vede i sintetizzatori costituire il tappeto elettronico sul quale gli strumenti acustici si poggiano con slancio tramutando le forti emozioni di Mulcahy in una musica avvolgente e soave.
Tra i momenti migliori del disco c’è sicuramente Weave, uno dei pezzi più intensi con la batteria in 6/8 che risalta i pattern sintetici e gli arpeggiatori, una nebulosa cosmica caratterizzata da flussi vividi e colorati.
Introdotta dai suoni della natura, Thomas Street (Meditation) mostra il lato calmo e meditativo della musica di Mulcahy: i sintetizzatori emettono suoni delicati esaltati dall’uso degli archi. Una traccia che sa scavare a fondo colpendo direttamente al cuore di chi la ascolta.
Tra melodie e ritmi, Angel’s Share non è solo il miglior album di Paddy Mulcahy ma una delle migliori uscite degli ultimi mesi. Un album ben elaborato nel quale la tecnica viene messa in funzione delle emozioni, e quando queste sono vere il risultato non può che essere sincero e toccante.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti