Prenditi del tempo per Panoptique Electrical
Dopo l’acclamato Disappearing Music For Face del 2016 e Quiet Ecology del 2017, Panoptique Electrical torna a pubblicare un album per l’etichetta greca Sound In Silence. Five Pianos, in uscita il 28 settembre 2020, è una raccolta di cinque tracce scritte per opere teatrali e installazioni.
Quaranta minuti di puro romanticismo nei quali il solo project di Jason Sweeney (Pretty Boy Crossover/ Mist& Sea) ci mette di fronte ad un lavoro delicato e gentile.
Cinque composizioni meditative nate con lo scopo di creare spazio e tranquillità. Come sempre al centro della musica di Panoptique Electrical c’è il pianoforte (in questo caso preparato), spesso arricchito dall’elettronica per creare tappeti ambient con il compito di evocare i cambiamenti climatici, frequenze radio, pulsazioni di vibrazioni elettromagnetiche e rassegnazione alla tristezza umana.
Poche note ma intrise di riverbero introducono Spiral Song. Un loop in continuo crescendo che si stanzia su un tappeto di droni che funge da cornice al vero protagonista della composizione, il pianoforte.
The Lighthouse è qualcosa di avvolgente: usando le intense note del violoncello come base tonale, il piano ricama morbide armonie dalle quali veniamo totalmente immersi. Per dare dinamicità al brano, come parte ritmica Sweeney ha utilizzato delle goccioline che scorrono, contribuendo così a farci sentire parte di un’istallazione sonora. Come lo stesso titolo suggerisce, Night Dance si muove tra le ombre, lentamente, con quelle note fragili e delicate che forse hanno bisogno di essere ascoltate a luci spente.
PanoptiqueElectrical ci regala un lavoro intenso, che suscita un vasto ventaglio di emozioni. Five Pianos va ascoltato con calma, senza fretta, non è un ascolto smart e per questo necessita del giusto tempo e della giusta attenzione, ma vi saprà ripagare egregiamente.
Five Pianos è un album suggestivo che sarà sicuramente apprezzato dai fan di Harold Budd, Sylvain Chauveau, Antonymes, Library Tapes e Akira Kosemura.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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