L’immaginaria colonna sonora di Paolo Spaccamonti & Daniele Brusaschetto
A ben sei anni dalla prima tape firmata Paolo Spaccamonti / Daniele Brusaschetto, l’11 novembre è uscito per Toten Schwan Records il secondo capitolo della loro collaborazione: BURNOUT II.
Il progetto collaterale riprende da dove lo avevamo lasciato, ossia dalla sindrome del burnout, cioè lo stress provato a lavoro che determina un logorio psicofisico ed emotivo.Questa condizione fisica viene raccontata attraverso i suoni cupi, industriali e sperimentali proposti nelle quattro tracce della cassetta.
Se da un lato Spaccamonti è più incline a una musica immaginifica, devota alle soundtrack, dall’altro quella di Brusaschetto colpisce per la sua sensibilità industriale. Entrambe le personalità vengono fuori senza che l’una prevarichi sull’altra.
Un suono irrequieto e metallico colpisce all’ascolto di Gocce, un’inarrestabile cavalcata accompagnata da una ritmica incessante sulla quale si stagliano note dissonanti e droni vagamente à-la Sunn O))). Un paesaggio sonoro oscuro e sconfinato, carico di pulsazioni, pregno di distorsioni e tensione elettrica sul finire della strumentale. Con Balliamo ancora si ha un veloce cambio di registro: la velocità lascia spazio alla lentezza, i suoni cupi diventano misteriosi; una traccia introspettiva e dal carattere drammatico, un gioco tra riverberi e fratture armoniche.
La terza traccia, Al Jourgensen, titolo omaggio al cantante dei Ministry, si concentra su una trama tagliente dai suoni cinematografici. Un sound granitico e avvolgente, un monolite che ci riporta alle atmosfere care al Brusaschetto degli anni Novanta quando suonava in band noise (Mudcake), industrial (Whip) e d’avanguardia (Down!). Si torna a calcare atmosfere più intime con la conclusiva Spore, un brano aperto e sospeso da una scansione lenta e regolare che si apre ai cleandrones di Spaccamonti.
Ascoltando BURNOUT II la sensazioneè che ogni loro brano sia la colonna sonora di un film immaginario, una amalgama sonora che sintetizza i due mondi di Spaccamonti e Brusaschetto, tanto affascinanti quanto inquietanti.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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