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Nel torbido emerge la luce di Paolo Spaccamonti

Quattro anni e mezzo dopo l’uscita del suo precedente disco, Volume Quattro, il chitarrista e compositore torinese Paolo Spaccamonti torna con un nuovo lavoro discografico, il suo quinto come solista.
Nel torbido pubblicato il 19 aprile 2024 per la neonata Liza, etichetta personale dell’artista piemontese, è un album intimo e personale, in cui Spaccamonti si mette a nudo affrontando debolezze e intimità attraverso i suoni scuri e minimali della sua chitarra.
Ad accompagnarlo in questa nuova avventura Dario Bruna alla batteria in L’amore che strappa, Enrico Gabrielli al sax alto, flauto e clarinetto in L’amore che strappaNel torbidoHa ragione la notte nella quale vi è anche Julia Kent al violoncello.
Nel torbido deve il titolo a una battuta di Tony Curtis nel film del 1959 Operazione sottoveste («Nel torbido si pesca meglio»), un opera intrisa di malinconia e speranza nella quale traspare tutta la vulnerabilità di Spaccamonti.
L’iniziale Salina che fa riferimento a un lavoro di sonorizzazione fatto col duo artistico Masbedo al Museo Salinas di Palermo, suona più come un tappeto magnetico di nastri e droni piuttosto che come una composizione per chitarra, quest’ultima viene utilizzata per dare gli accenti e creare dinamismo in un brano dall’atmosfera notturna.
Emerge subito la capacità di Spaccamonti di creare una narrazione poetica e immaginifica ottenuta lavorando per sottrazione, allo stesso tempo la musica suona densa e corposa ma mai lussureggiante.
Nella title track si può notare la sorprendente evoluzione di un dialogo tra chitarra e droni, sequenze destrutturate come fenomeni atmosferici che appaiano e scompaiano, si tramutano nell’espressione di suoni di chitarra densi, figli della passione per il blues, che riescono comunque a far emergere tutti gli elementi della composizione senza mai prendersi la scena.
In chiusura Ha ragione la notte è una composizione cinematografica che vede la chitarra suonare quasi come un synth, con le note dilatate che vanno ad incastrarsi con le raffinate partiture del violoncello. Un brano quasi liturgico che sposta l’asse verso sonorità più organiche ma sempre contaminate dall’elettronica.
La forza espressiva di Nel torbido si cela dietro le verità che questa musica racconta, un lavoro sincero, ricco di interessanti suggestioni, un album potente che ti fa riflettere ma che allo stesso tempo ti ricorda come dai periodi bui si può rinascere ancora più forti.



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