Parquet, musica per mente e corpo!
A pochi mesi dall’uscita di Sparkles & Mud, la band di Lione pubblica per Carton Records l’Ep Sparkles, seguito del tanto apprezzato album di debutto.
La sua realizzazione è stata lunga e caotica: dalla scrittura alla registrazione, dalla post-produzione alla progettazione grafica, ma col tempo tutto si è allineato lasciando che i Parquet trovassero la strada giusta, senza mai forzare il tiro.
L’Ep, composto da due tracce, riprende la formula del disco che tanto aveva convinto: i motivi minimali e gli schemi ritmici vengono arricchiti da esplosioni di chitarre e sintetizzatori muovendosi tra sonorità avant-rock e techno che mettono in luce l’abilità compositiva della formazione francese.
In apertura Samantha mantiene costante un ritmo tech house relativamente semplice attraverso i riff di chitarra meravigliosamente suonati mentre i suoni dei synth si allargano costruendo complesse architetture sonore. Un elogio va fatto al batterista Sébastien Brun, quest’ultimo non bada a frivolezze ma colpisce duro. Il cuore pulsante della formazione che grazie al suo incedere potente e prepotente si può permettere di aggiungere elementi elettronici ipnotici e ruvidi in piena libertà.
La seconda traccia Esperanza si presenta come un labirinto di suoni, con le chitarre distorte e i synth che incalzano all’unisono. La batteria sempre asciutta si divincola tra volteggi elettronici e ipnotici sottofondi. Innegabilmente l’uso di strumenti acustici dà l’opportunità ai nostri di avere molte più dinamiche e sfumature rispetto ad un software. Questo rende il tutto più imprevedibile e interessante. La seconda parte del brano suona dritta, formata da acide sequenze ripetitive che abbracciano pienamente lo spirito di suonare musica techno con gli strumenti.
Se con Sparkles & Mud i nostri si candidavano a essere una delle novità più interessanti del panorama rock-elettronico odierno, con Sparkles i Parquet confermano di essere una forza da non sottovalutare.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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