Radio Yugawara: una trasmissione atipica
Esplorare gli undici brani di Radio Yugawara, in uscita il 26 luglio 2024 per Tonal Union, significa innanzitutto entrare a gamba tesa nelle proposte atipiche di Passepartout Duo e Inoyama Land.
Basta, infatti, il brano d’apertura (Strange Clouds) a fare non solo da paradigma, ma anche da punto di partenza per riavvolgere il nastro e indagare sul passato dei progetti in questione.
Gli Inoyama Land, in realtà, non dovrebbero aver bisogno di presentazioni per gli amanti della new age, forti di quel gioiello che è Danzindan-Pojidon (1983), divenuto ben presto un caposaldo del genere e capace di influenzare generazioni di musicisti, compresi i Passepartout Duo, la cui storia è decisamente più recente. Nicoletta Fasano e Christopher Salvito hanno dato vita a un suono ibrido e sperimentale, in cui elettronica, tastiere e percussioni suonano in funzione di una ricerca sonora lenta e ponderata, come se la musica stessa seguisse un flusso vitale cadenzato.
L’incontro con la tradizione new age/ambient giapponese è stata quindi una vera e propria folgorazione e la collaborazione con gli Inoyama Land una naturale conseguenza. L’album, registrato a Yugawara, prende forma in tre sessioni: se nella prima viene mantenuta una divisione fra strumenti elettronici ed acustici, poi uniti nel finale, nella seconda sono prima i duetti e poi una jam a quattro ad arricchire ulteriormente il materiale, definitivamente completato (per una durata di circa tre ore, ridotte a circa quaranta minuti nel disco) da una terza sessione ancora più libera nello spirito e nella resa.
A questo punto vale la pena ritornare all’opener Strange Clouds, che ben rispecchia quanto appena descritto: è sì un brano new age, ma soprattutto una perfetta presentazione per il mondo sonoro centellinato e ricreato da quelle sessioni di registrazione. Così, affianco al paesaggio bucolico ricreato dai synth, a prendere la scena è il chromaplane, strumento analogico costruito dal Passepartout Duo, che sostanzialmente è l’artefice dei suoni organici onnipresenti nell’intero album.
A colpire, nel corso dell’ascolto, è l’approccio che entrambi i progetti riescono a mantenere. Riconoscibili, ma allo stesso tempo capaci di fondersi, è in brani come Tangerine Fields e le sue aperture ariose o nell’oscura coda di Observatory che emerge l’assoluta padronanza della materia trattata. Che sia nelle memorie space ambient di King In a Nutshell o nel divertissement di Solivago, tutto appare calibrato, come se i quattro musicisti in gioco fossero innanzitutto degli artigiani.
Nonostante una costante patina di freddezza, Radio Yugawara arriva all’ascoltatore centrando i suoi obiettivi. A colpire, quindi, è ciò che va oltre il lato strettamente musicale, focalizzando l’attenzione sull’esperienza dell’ascolto: un piatto stellato che può piacere o meno, ma sicuramente per palati fini.
Classe ’99, laureato in Lettere moderne e alla magistrale di Filologia moderna alla Federico II di Napoli.
La musica e il cinema le passioni di una vita, dalla nascita interista per passione e sofferenza.
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