Paul Armfield: il gentiluomo folk dell’Isola di Wight
Che classe, Paul!
Quando arriva settembre è praticamente inevitabile pensare che la stagione calda sia giunta al termine e che l’autunno abbia messo già un piede fuori la porta. E dopo un’estate come questa, figlia ribelle della quarantena e di una vita sconvolta da nemici sconosciuti, quest’autunno si prepara ad avere un sapore ancora più intenso. Forte, come le grandi scoperte che abbiamo fatto durante l’isolamento, quando l’arte si è liberata sofferente e profonda, come quella del cantautore britannico Paul Armfield.
Il 4 settembre 2020 esce Domestic, per l’appunto, settimo disco dell’autore, autoprodotto e che segna un’ulteriore fase di grande importanza per la consolidata carriera dell’artista. Le liriche di questo dolcissimo poeta contemporanee sono scandite dalla voce baritonale, incredibilmente accattivante, di Paul e dalla sua capacità di mostrare al pubblico attento una grande crescita e maturazione. Domestic è un album di certezze, che certo non eliminano la paura o la ricerca, ma che, di certo, compiono la realtà e la colorano di rugiada.
È necessaria una buona dose di poesia per descrivere brani come January o I’m Not Here, intensi ed eleganti, sicuramente come la scrittura e l’esecuzione di Paul Armfield. Home e Nowhere che seguono la stessa strada, lasciano anche spazio a pezzi come You o Fledgling leggermente più colorati e folk.
Domestic è il mix perfetto di talento e studio, di abilità innate e di capacità acquisite con esperienza e impegno. Paul Armfield è davvero un gentiluomo della musica, dalla spiccata sensibilità, che ha saputo racchiudere in questo lavoro la serenità e il senso di pace che il focolare domestico sa dare. La sorprendente verità è che dal caos e dalla difficoltà è emerso tutto ciò, ispirandosi a Nick Drake, a Cat Stevens, Paul Armfield è riuscito sapientemente a dare voce a sé stesso e alla sua emotività, come solo i grandi artisti riescono a fare.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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