Blackberry: le sottili chitarre acustiche unite a passaggi più melodici, contraddistinguono il folk ricco e onesto di Peter Broderick
A 5 anni dal suo ultimo lavoro Colours of the Night, sorpresa in digitale il 28 agosto e poi copia fisica il 30 ottobre 2020 per Erased Tapes, Blackberry è l’ultimo album del songwriter e polistrumentista statunitense Peter Broderick.
Sono otto le tracce registrate nella sua camera da letto a Londra nell’estate del 2019, per un progetto che egli stesso definisce come Experimental-Bedroom Folk Pop.
Anche nei nostri ambienti più urbani, le grintose e resilienti viti di mora continuano a tessere sé stessi in tutto, come se per continuare a ricordarci da dove veniamo, dice Broderick della sua idea e del suo progetto.
Blackberry, la mora, diventa così simbolo di resistenza e resilienza per un album fatto di famiglia, di legami interpersonali dai quali non possiamo prescindere in quanto donne e uomini, di una tecnologia che a volte ci sembra amica, a volte un po’ meno, della necessaria connessione con la natura, esigenza impressa nel patrimonio genetico e nella nostra coscienza sociale.
You can only be as happy as the world that you live in… semplice quanto innegabile verità, è la prima linea vocale dell’album e di Stop and listen, una ricetta per vivere in armonia con il mondo che ci circonda. Un’armonia che Broderick ha ricercato e trovato trasferendosi a Galway, nella meravigliosa campagna Irlandese con famiglia a seguito.
Le tranquille e classiche serenate moderne e le fragili ballate folky trovano il giusto punto d’incontro in Blackberry, dove le sottili chitarre acustiche unite a numeri più melodici contraddistinguono un folk ricco e onesto che si lascia godere a pieno
Tra i violoncelli e i violini di What happened to your heart e di Ode to blackberry, un vero e proprio atto di reverenza, il nostro mette a nudo emozioni, non senza una buona dose di ironia, offrendo il suo punto di vista e peculiare stile di vita (come la passione per foraging).
What’s Wrong with a Straight Up Love Song. Niente amico Peter, non c’è niente di male e il pezzo, per chi non volesse perdere nemmeno un passaggio, è uno di quelli da ascoltare seguendo il testo, perché è il racconto della sua personalissima storia d’amore nata per caso a causa di una tempesta. È la storia di un incontro, della costruzione, degli intoppi, dei graffi e poi del balsamo che lenisce. Un romanticismo di quelli schietti e belli, fatti di immagini semplici e piene di umorismo; un modo di raccontare l’amore che ti convince che forse, nonostante tutto, varrà sempre la pena cedere il cuore ad un sorriso o al suono di una voce.
In chiusura, Wild Food, il brano che più di tutti esplicita la dimensione casalinga in cui si muove tutto l’album, pezzo in cui l’onnipresenza vocale e strumentale di Broderick fa eccezione per la presenza delle voci di Brigid Mae Power, sua compagna e di Sean, figlio di lei.
In questi tempi strani e irrequieti, versi e melodie come quelle di Broderick, sono personali armi leggere e una lente per filtrare e guardare al mondo come pieno di speranza e meraviglia.
Nata ad Aversa, da qualche anno a Bologna; belli portici, il melting pot culturale, i tortellini, i concerti, ma l’umidità resta un problema serio. Osservo il mondo immaginandovi una colonna sonora e se c’è del romanticismo alla Serendipity, questa sarà sicuramente Mind Games. La prima cosa che mi interessa dei concerti sono le luci, le luci e la gente. Sogno che un giorno si ritenga importante una rubrica del tipo “La gente che va ai concerti”. Alle feste mi approprio con prepotenza, del ruolo di dj, e adoro quando arriva il momento dei Bee Gees. Faccio classifiche per ogni aspetto dello scibile umano, playlist per ogni momento topico della vita. Canzone d’amore più bella di sempre Something (ma penso di essermi innamorata con Postcards from Italy), per piangere Babe I’m gonna leave you, colazione con Mac de Marco, quando fuori è freddo i Fleet Foxes, ma se c’è divano e film, è subito Billy Joel. Riflessioni esistenziali con Bob Dylan e Coltrane, mi incanto col manuche, shampoo con Beyoncè, terno al lotto con i Beach Boys, libiiiidine con Marvin Gaye. Stupore e meraviglia con The Rain Song, Nina Simone se necessito di autostima, forza e coraggio, sogno infinito con Sidney Bechet.
Potrei continuare, ma non mi sembra il caso. Si accettano suggerimenti e elargiscono consigli.
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