Petrolio: la musica come memoria storica della dittatura argentina
Petrolio, moniker del musicista piemontese Enrico Cerrato, coinvolge l’ascoltatore sul tema della reclusione attraverso un nuovo Ep, Club Atletico, in uscita il 5 marzo 2021 per Dephts Records, la nuova indie label “femme-run” di Londra.
Questo nuovo lavoro discografico prende il nome da uno dei tanti centri di detenzione istituiti dal regime dittatoriale argentino per internare e torturare i dissidenti politici.
Le quattro tracce dell’Ep, ispirate dal film di Marco Bechis sulla dittatura dello stato sudamericano, suggeriscono sensazioni simili alla reclusione: attraverso un mix di apparecchiature digitali e analogicheper realizzare composizioni dark-ambient con le quali Cerreto infonde un senso di oppressione e claustrofobia.
Una fase iniziale di suspense introduce Agua Y Tierra. La prima delle quattro è un cupo tappeto sonoro granulare intervallato da field recording e pulsazioni elettroniche. Un flusso lento e frastagliato nato dalla sperimentazione di Petrolio con nuovi campionatori analogici e virtuali, che mirano a creare atmosfere oscure ed evocative.
La successiva El Silencio nasce modulando una fonte sonora: un soundscape angosciante duetta con una ritmica sinistra, intervallato da una pausa, la strumentale si rianima grazie all’uso di sintetizzatore con un wah che le conferisce un sentore cosmico.
Un tremolio minimalista alla Alva Noto introduce Y Nadie Queria Saber: bordate digitali condiscono una texture di ambient industriale e psicotico, un crescendo di pulsazioni taglienti per una traccia carica di suggestioni e di forza espressiva. Un beat primordiale si poggia su un rarefatto tappeto sonoro in 2403, la traccia di chiusura, un lento e inquietante scorrere di droni che ci conducono verso l’oblio.
Oscuro, inquieto e carico di tensione, Club Atletico è concepito come una fotografia, testimonianza della repressione violenta avvenuta in Argentina con la Guerra Sporca. Petrolio realizza quattro tracce essenziali, esperienze sensoriali che fungono da trascrizione musicale di un incubo chiamato dittatura.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
[gs-fb-comments]
Commenti recenti