Il trionfo dell’acustica per Phillip Sollmann
Monophonie, seguito di New Atlantis del 2019, è un’opera che combina e adatta al contesto contemporaneo l’uso di strumenti inusuali del XIX secolo, frutto della ricerca di Hermann von Helmholtz con le invenzioni microtonali di Harry Partch e le sculture sonore metalliche di Harry Bertoia.
L’album di Phillip Sollmann (già noto come Efdemin), pubblicato il 15 maggio su A-Ton, si compone di nove tracce di pura psichedelica microtonale, una ricerca sulla giusta intonazione, sui sistemi di accordatura alternativi che creano insiemi unici di armonie non presenti nelle scale convenzionali, ossia la monofonia.
Un ripetersi di suoni esplorano nuovi ambienti ritmici e nuovi spettri sonori per dare alle tracce forme molteplici di minimalismo, ne viene fuori un intreccio psichedelico e primitivo.
Già dalla prima traccia, Chance, Sollmann coniuga nella sua espressione artistica il profondo amore e rispetto verso le tradizioni con la ricerca timbrica. Un rigore quasi zen con il quale l’artista scandaglia le possibilità offerte da questi antichi strumenti, un paesaggio astratto, un rito meditativo che nasce dalla ripetizione del gong. Rara suona come una cerimonia ultraterrena, un raga indiano dal ritmo pulsante. La seconda traccia dell’artista tedesco va ad approfondire le combinazioni ritmiche differenti e le risonanze per ottenere un’armonia profonda, guidata dalle note del sitar. Nella stessa direzione si muove Motor: un trionfo estatico lungo undici minuti, una perfetta sinergia tra musica cosmica e ambient che viene contestualizzata e riproposta come una techno moderna. Ancora una volta con Plain Sollmann utilizza elementi del passato per riportarli ai giorni nostri e farli suonare attuali: la settima traccia può essere considerata tranquillamente adatta al club con i synth utilizzati come percussioni.
L’uso del silenzio e del rumore coniugati con una continua ricerca sonora raggiungono un perfetto equilibrio. Nonostante ciò Monophonie è un album difficile, pioneristico, non adatto a tutti ma che necessita delle solite basi in ambito di acustica per poter comprendere le potenzialità fisiche della musica.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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