Pinhdar: resistere per esistere
A tre anni dall’esordio con Parallel, il duo trip hop-dream pop riprende il discorso lasciato in sospeso pubblicando il secondo album A Sparkle On The Dark Water, un’intima riflessione sul significato dell’esistenza umana.
La formazione milanese composta dalla cantante Cecilia Miradoli e dal chitarrista/produttore Max Tarenzi si chiede dove sta andando l’umanità e cosa si può ancora fare per far brillare una scintilla sulle oscure acque in cui sta sprofondando il pianeta Terra.
L’album pubblicato dalla label inglese Fruits de Mer Records si rivela un lavoro intenso, contemplativo e oscuro, ma non arreso, con il duo che continua a muoversi tra trip hop, dark wave e dream pop.
A Sparkle On The Dark Water ruota attorno alla voce di Cecilia Miradoli mentre le chitarre sono impegnate a tracciare scenari oscuri come nell’opener In The Woods, una canzone che ha come tema i rapporti interpersonali difficili che lasciano un senso di vuoto e di solitudine.
Se il primo album si caratterizzava grazie ad un sound minimalista, con questo nuovo capitolo il duo è segnato da un’avvolgente e rarefatta elettronica sintetica che va a stratificarsi con gli altri elementi per creare onirici paesaggi sonori.
Home si muove in punta di piedi, con la voce avvolgente e il soffuso lirismo che ci guida in un viaggio intimo tra trame chitarristiche dark wave e ritmiche profonde tipiche del trip hop. Nel mezzo di un’oscurità onnipresente brilla un brano alla Portishead: Murderers Of A Dying God è avvolta dal caldo tepore delle chitarre arpeggiate che si poggiano sulla base sintetica creando un’atmosfera cinematografica. Forse il capitolo maggiormente estroverso di questa tracklist, una traccia che si divide in due parti, la prima più onirica e la seconda nella quale l’elettronica prende il sopravvento.
Con A Sparkle On TheDark Water i Pinhdar non intendono di certo innovare o rivoluzionare rispetto a quanto già sentito in Parallel ma perfezionare un sound destinato un pubblico internazionale.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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