Il big BANG di PIPIA
Federico Pipia, palermitano di nascita e bolognese d’adozione, in arte PIPIA, debutta per Slowth Records con l’Ep BANG, un concentrato di IDM, Progressive, Techno e Art Rock.
Sei tracce nate dalla contaminazione tra generi diversi,tutte incentrate sul rapporto tra sonorità elettroniche e strumentali.
Suoni fluidi e sincopati in continuo mutamento si trasformano ripresentandosi in forme diverse fungendo da ponte tra generi e contesti musicali distanti,
Cambi di tempo ed elementi orchestrali si fondono insieme dando vita al brano di apertura OKEY. Una traccia che non bada a frivolezze ma colpisce duro grazie ad un beat incalzante e prepotente, nonostante le influenze techno PIPIA riesce a prendere le distanze dalla produzione fredda delle sole macchine, realizzando un ambiente sonoro “umano”.
Nella seconda traccia, SMACK, il suono è più asciutto e diretto con l’apertura affidata ad un giro di basso metallico. Il connubio tra le sequenze elettroniche ed i fiati stranianti ricorda la techno dell’ensemble tedesco The Brandt Brauer Frick Ensemble. Un effetto alienante dato dall’impetuosa creatività di PIPIA.
FFF mostra un lato diverso del musicista siciliano: influenze jazz e sonorità avantgarde aprono le porte ad un mondo onirico e raffinato dal suono più organico. Un approccio più orchestrale sono frutto dell’attenzione ai dettagli nell’usare pianoforti preparati, sintetizzatori e percussioni creando un suono più ampio, una trama basata su ripetizioni minimaliste ed evoluzioni soppesate animano il cuore jazz del disco.
Con CORN si cambia ancora registro: art-rock ed elettronica si fondono creando un vivace vortice caleidoscopico, un duello ritmico-armonico tra chitarre e batterica per un brano che ricorda le variegate esplosioni dei Battles.
In conclusione BANG è un’esplosione di materia sonora, un inizio col botto per PIPIA. Un lavoro curato in ogni minimo dettaglio nel quale il nostro fa convivere generi diversi e distanti tra di loro, un gioco che funziona e convince pienamente.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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