Gli OOPArts di PixFoil
Tre anni dopo l’uscita di Atlante, torniamo a parlare del maestro Luca Spagnoletti in arte PixFoil. Nativo di Milano, ma romano di adozione, il produttore di musica elettronica è tornato con un nuovo capitolo della sua immensa discografia.
OOPArt (acronimo derivato dall’inglese Out Of Place ARTifacts, «manufatti, reperti fuori posto») è uscito l’8 febbraio 2023 per Eklero Records e si presenta come un lavoro basato sul binomio suoni sintetici/suoni acustici che ancora una volta vanno ad alimentare il sound personale di PixFoil fondato su elementi elettronici, glitch, droni ambient ed elettroacustica.
Per OOPArt intendiamo tutti quei reperti archeologici o paleontologici che, secondo comuni convinzioni riguardo al passato, si suppone non sarebbero potuti esistere nell’epoca a cui si riferiscono le datazioni iniziali.
Partiamo subito in questo viaggio carichi di tensione con Good For Me Best For You. L’inizio è basato sui contrasti: gli arpeggiatori s’intrecciano con le morbide melodie dal sapore andino del flauto ottenendo una trama avvolgente, infatti come le spire di un serpente più si prosegue nell’ascolto e più la traccia ti stringe in un tappeto sonoro denso e compatto.
In El Niño campioni vocali tribali supportano una traccia tendente all’ambient ottenuta stratificando droni e impreziosendola di una ritmica asciutta, post-techno, che le danno alcune coloriture industrial. PixFoil ottiene così uno scenario sonoro coerente nel quale vengono posti in un sound futuristico elementi riconducibili ad epoche passate.
DM e Gnawa solo le uniche due tracce del disco realizzate con un featuring. La prima con Rapa Nui è nel classico stile di Spagnoletti: suoni gelidi vanno a comporre una texture ambient sulla quale s’incastrano ritmiche minimaliste di sicura presa mentale. Con la seconda realizzata a quattro mani insieme a Plaster, tornano di nuovo le incursioni tribali da ricercare nei campioni vocali e nella ritmica che va a colorare la struttura dai sentori techno e dall’incedere industriale.
PixFoil seppur avvalendosi di sofisticate e moderne tecniche di produzione, inserisce nel proprio sound frammenti sonori ancestrali che danno così nuova linfa alla sua musica. Uno sguardo al futuro senza mai dimenticare il passato e le tradizioni folcloristiche.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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