L’adunata sediziosa di Plaster
Né una compilation, né un disco solista, Blends è un album all’insegna dell’amicizia, una testimonianza di una scena elettronica vivida e coesa. Nato da un’idea di Gianclaudio Hashem Moniri aka Plaster, Blends coinvolge Brando Lupi, Cluster Lizard, Andrea Ciccarelli con Ambra Chiara Michelangeli, Franz Rosati, Grischa Lichtenberger, Khymeia, Lakker, Marco Bonini, Mingle, PixFoil, Retina.it e Vera Di Lecce.
Durante il primo lockdown in Europa, Plaster ha deciso di condividere con diversi artisti eamici, uniti dal comune percorso della musica elettronica, i propri suoni, le librerie personalie i progetti. Da tutto ciò prendono forma le 13 tracce del disco.
Sebbene il filo conduttore dell’album sia la musica elettronica, le produzioni risultano variegate, con approcci artistici diversi e una forte coesione dei suoni che si sviluppano da basse frequenze profonde, toni scuri, trame metalliche, anche strumenti acustici, voci e melodie ben arrangiate.
Gnawa con PixFoil è un lavoro ipnotico e accattivante che vede i due musicisti lavorare con gli oscillatori e una ritmica tribale intervallata da strumenti acustici che conferiscono alla produzione una parvenza mistica. Come direbbero a Roma Outer è «una manata in faccia». Con la terza traccia ci spostiamo nei territori della techno sci-fi accompagnati da Dmytro Fedorenko e Kateryna Zavoloka (Cluster Lizard): suoni ruvidi e sinistridei due diventano un tutt’uno con quelli più armonici di Plaster in quello che è un gioco di contrasti. L’elettronica incontra gli strumenti acustici in Hymn To The Darkest Era: la viola di Ambra Chiara Michelangeli con la sound art di Andrea Ciccarelli danno un nuovo respiro alla musica di Plaster in quella che è la traccia più cinematografica e ricca di pathos del disco. Covered Stones in collaborazione con Lino Monaco e Nicola Buono, i Retina.it, è un flusso sonoro modulato fino a ottenere un suono sismico che riprende pulsazioni techno e post-industriali. Una strumentale dalle oscure suggestioni votata ai suoni digitali e ad una componente ritmica minimale. Blends si chiude con Entropy Of A Static Clock realizzata con i Khymeia, ossia Calogero Aquilina e Daniele Crocenzi. Una suite lenta dedita all’ambient più cupo e mistico, un crescendo di tensioni e pulsazioni elettroniche pone fine al progetto che vede Plaster musicista e direttore artistico di un progetto all’insegna della collettività.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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