l Plïnkï Plønkï e la loro creatura meravigliosa
L’ascoltatore ideale
Una creatura meravigliosa: si potrebbe non aggiungere altro per un’opera piena come Psalms for a Sunken Moon. Si tratta del nuovo lavoro dei Plïnkï Plønkï, una sonata lunghissima, di ben venti tracce, anche se nove sono le presentazioni dei brani veri e propri.
Un atto di estremo coraggio quello di chiedere al pubblico di ascoltare per quasi cinquanta minuti un lavoro ben fatto, nel mondo dei video da trenta secondi.
Del resto, i Plïnkï Plønkï non ambiscono ad ascoltatori fugaci, superficiali e poco attenti. L’ascoltatore ideale deve aprire orecchie, cuore e mente e lasciarsi guidare da questa musica ispirata alla Luna.
L’ascoltatore ideale dovrebbe, inoltre, avere una buona conoscenza di Erik Satie e delle sue splendide dediche d’amore in musica, della sua lirica passione per il pianoforte, della sua immortale capacità di emozionare. Sì, perché una grande ispirazione e la volontà di commentarlo spinge l’azione creativa dei Plïnkï Plønkï, come raccontano, trovato “sepolto nel profondo di un VHS in fondo al loro armadio”.
L’ascoltatore ideale resta vigile durante ogni psalm (salmo), intento a percepirne le minime esitazioni di voce, aspetta con eleganza che il pezzo successivo si dilati e dispieghi la sua forma. Che scelga il suo strumento, pianoforte (per la maggior parte), violoncello, theremin e tanto altro, e la sua rotta, vicina o lontana dal punto di partenza importa poco.
L’ascoltare ideale timidamente decide a quale brano dare il titolo di preferito, quantomeno quello che di più ha colpito le sue sensazioni ( Daugther Tide o The Welken Wane?).
Non riesce a scegliere e allora ascolta di nuovo tutti i salmi, con fedeltà e passione, quasi a suggellare la sacralità di questo rapporto. Dei Plïnkï Plønkï piace questo, oltre alla musica: il desiderio di concentrazione, relazione intima con l’altra parte, lo stesso cielo emotivo in cerca la Luna.
Il mio nome è Mary, sono nata nel 1990. La città da cui vengo è Sessa Aurunca, una collina tra Lazio e Campania; la città che ho scelto è Napoli, dove mi sono laureata in Scienze Politiche e dove scappo sempre, ogni volta che posso. Adoro cucinare e avere un bicchiere di vino in mano. Ho sempre scritto per amore, per me stessa, perché non conosco un altro modo per parlare di ciò che nella vita è importante, delle mie passioni, dei miei dolori. Molto semplicemente non conosco un altro modo per parlare della mia anima: ecco perché scrivo di musica.
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