Pluhm racconta le distanze esistenti tra gli esseri umani
Dopo una serie di lavori con i quali Pluhm ha consolidato il proprio sound ambient, il progetto principale del musicista siciliano Lucio Leonardi è tornato con un album pubblicato per l’etichetta di Grand River, la One Instrument Records che, come si evince dal nome, richiede ad ogni suo artista di creare ogni traccia con un solo strumento.
Distanze e Solitudini racconta le distanze esistenti tra gli esseri umani, distanze che ci rendono soli, anche quando apparentemente vicini, la distanza psicologica può essere così abissale da farci sentire abbandonati.
Con questo nuovo album Pluhm conferma tutti gli elementi della sua musica tenendosi in equilibrio tra drone ambient ed elettronica con quelle sonorità mitteleuropee che l’avevano permesso di fare centro con gli album precedenti.
In apertura Dentro, realizzata con il sintetizzatore polifonico Modal Argon8, scorre come un flusso ambient generato controllando gli oscillatori e modulando esili distorsioni in modo da ottenere un tappeto che coniuga modernità e classicità. Per tutta la durata della traccia Pluhm riesce a mantenere costante la sua intensità e impetuosità rendendo la sua fruizione sempre agevole.
A seguire Distanze concepita con il sintetizzatore e sequencer Polyend & Dreadbox Medusa Hybrid Synthesizer. Diversamente dalla prima traccia, questa composizione si avvale di una serenità eterea: gradualmente il soundscape si increspa, cresce di tono, diventando sul finale una sinfonia avvolgente di droni.
Addensamento si presenta come un algido blocco sonoro, un vento gelido di droni che fluttuano liberi intervallati da pulsazioni elettroniche.
In Rincorrere il nostro disegna un paesaggio sonoro delineato dagli oscillatori, una trama eterea ricca di sussulti nella quale i suoni fragili si sovrappongono dando densità al brano. La coda finale è un placido oscillare tra momenti di calma e altri nei quali le onde s’increspano.
Dopo le meraviglie di Sull’Assenza e Canzoni di Buio e Luce, Distanze e Solitudini è il perfetto equilibrio tra ambient e densi droni, un lavoro che conferma il periodo di forma smagliante di Pluhm.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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