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Pluhm: La Caduta dell’io

A sei mesi dall’uscita dell’Ep E venne la notte, il progetto Pluhm del musicista Lucio Leonardi giunge al quinto album dopo aver esplorato l’idm (Canzoni dell’io nudo), l’ambient drone (Cattedrale), la neoclassica (Canzoni di Buio e Luce), dopo essere arrivato su lidi dark jazz (Sull’Assenza) e dopo aver raccontato le distanze esistenti tra gli esseri umani (Distanze e solitudini).
La Caduta (l’ultimo canto) è l’opera più ambiziosa e impegnativa del nostro, un posto dove il rumore copre tutto, dove la distorsione si spinge talmente a fondo da sovrastare quasi ogni melodia che cerca di emergere.
Un lavoro concettuale, desolante, di grande presa emotiva, basato sul racconto della vecchiaia e della distorsione, psicologica e fisica, che si muove nei territori più crepuscolari e viscerali del dark ambient.
Pluhm descrive la caduta dell’io, soprattutto nella terza età, in cui l’uomo non si trova più, continua a cercarsi, ma non vede più l’inizio, nemmeno la fine, semplicemente distorce tutto il suo mondo, tutto diviene offuscato, strano, sospeso, confuso.
Al primo ascolto quello che si riesce a scorgere è l’estremo amore dell’artista per la ricerca e per i suoni non convenzionali, l’ambient di Pluhm oscilla tra atmosfere oniriche e momenti enigmatici come l’opener C’era un senso che se n’andava, una liturgia di synth e distorsioni che si accavallano lentamente, tra rumori e tintinnii ambientali dai quali il nostro tira fuori un’esplosione fragorosa di noise.
Allo stesso tempo tracce come C’era un ricordo che s’offuscava sono in grado di costruire un paesaggio sonoro incantevole e potente: cristallini oscillatori e sintesi granulare sono al servizio di una composizione monolitica, i suoni vibrano e vengono plasmati come fanno i vetrai con la materia, fino ad ottenere una coltre polverosa che finirà per fagocitare i suoni assorbendoli in una distesa di rumori.
Pluhm è un artista che merita più considerazione, capace ad ogni nuova uscita di alzare l’asticella e migliorarsi. La Caduta (l’ultimo canto) è un viaggio cinematico denso di scenari cupi nel quale suoni profondi e abrasivi emergono lentamente per essere apprezzati. Un album che lascerà a bocca aperta chiunque abbia già familiarità con i suoi lavori e non.



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