Sull’Assenza, l’album più sperimentale di Pluhm
Lucio Leonardi giunge al quarto album con il progetto Pluhm, un lavoro altamente introspettivo con il quale racconta il momento dopo un addio, qualsiasi esso sia, il travaglio interiore, la solitudine, il decadimento dell’anima, i picchi di un abbandono. Racconta anche della nostra forza interiore nel saperci comunque rialzare e seppellire i ricordi in un posto consono, dove rimangano per sempre e non facciano più male.
Sull’Assenza si basa sull’esperienza personale del compositore siciliano, ma è un argomento talmente universale da poter essere compreso da tutti.
L’album si divide in cinque parti ognuna delle quali oscilla tra elettroacustica e ambient esplorando il lato più sperimentale della sua musica come aveva già fatto con l’Ep Ambienti e rovine.
In apertura Parte I: Crepuscolare in Do è caratterizzata da un approccio minimale. Un flusso ottenuto da una serie di manipolazioni noise sul quale si poggia la delicata melodia del piano, un gioco di contrasti tra i rumori e i crepitii della trama con la delicatezza del piano e dell’organo utilizzato nella parte conclusiva.
Parte II: Ogni Caduta è il cuore pulsante del disco: quasi dodici minuti di vibrante materia elettroacustica che si snoda seguendo il suono morbido della tromba di Sergio Montemagno. Un brano ipnotico e ammaliante arricchito da influenze jazz.
Echi siderali e flussi sensoriali sono disegnati da Pluhm in Parte III: Tema dell’Assenza che vede il nostro affiancato da Michael It’z ai sintetizzatori e drum machine. Un brano glaciale dedito ad un’elettroacustica radicale con il quieto ribollire di glitch che lentamente lascia il posto ai synth. Nel finale la struttura astratta del brano svanisce cedendo il posto ad una forma ben definita dettata dalle sonorità aspre dei sintetizzatori.
Il finale affidato a V: Requiem è una trama destrutturata e stratificata, sedici minuti di avvolgenti spire elettroniche colorate dal sax soprano e tenore di Guido Tabone. Ad ammorbidire l’atmosfera tesa creata dai droni ci pensano le note sospese del piano che insieme al sax contrastano il gelo dell’elettronica.
Ancora una volta una prova di spessore per Pluhm, il nostro mantiene alta l’asticella con Sull’Assenza muovendosi con disinvoltura tra ambient ed elettroacustica e facendolo ormai con uno stile personale e riconoscibile.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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