Si può fare di più
I Portico Quartet non si fermano mai! A distanza di un mese e mezzo dall’uscita di Trajectory, i quattro musicisti londinesi pubblicano un nuovo Ep: We Welcome Tomorrow, tre tracce in edizione limitata.
Da sempre i Portico ci hanno abituato ad una costante evoluzione nella loro musica, post-jazz, world music, una passione mai negata per il minimalismo e l’inserimento dell’hang che fin dagli inizi ha dato freschezza alle soluzioni sonore dei quattro.
La traccia che dà il titolo all’Ep era in lizza per essere inclusa nel quinto album dei Portico, Memory Streams. Ne riprende le trame sonore sviluppando un ambient moderno, dal suono incisivo, dato dalla presenza degli archi di Francesca Ter-Berg e Flora Curzon. Sebbene la batteria dai tempi dispari e i synth si ripetano in loop, la traccia stenta a decollare, senza veramente esplodere del tutto, quasi tre minuti di un crescendo emotivo che non troverà mai il suo apice.
Segue Mirage che esplora un lato diverso della scrittura della band. Le atmosfere malinconica seguono la scia della prima traccia, con la band che passa con disinvoltura a suonare una bellissima melodia glaciale che attinge fortemente dal loro amore per la classica contemporanea. Mancano in questo caso i tumulti del jazz ai quali i Portico ci avevano abituato da sempre. Sicuramente la più interessante delle tre.
Con la conclusiva Winding Snake siamo davanti al classico suono accattivante e avvolgente dei Portico Quartet: una delicata melodia si contrasta con l’energia della parte ritmica, i fiati semplicemente sublimi, è così che ritorna il sound da piccola orchestra tipico dei quattro.
Un Ep che rasenta la sufficienza, i Portico Quartet possono e devono fare di più, perciò We Welcome Tomorrow va inteso come un lavoro di passaggio, un contentino per non lasciarci a bocca asciutta in questi mesi ma che farà sicuramente da apripista a qualcosa di nuovo e grandioso.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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