Seleziona una pagina

Qoa & Primeiro: l’essenza della musica elettronica argentina

In attesa di vederli dal vivo insieme a Mario Savino il 24 aprile a Salerno, durante il secondo appuntamento di Fioritura Amara organizzato in collaborazione con I Morticelli, abbiamo avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Primeiro e Qoa, due artisti argentini uniti dall’utilizzo di suoni organici e “naturali”. Le loro produzioni, infatti, creano una profonda connessione con l’essere e con l’ambiente circostante.

Potete raccontarci il vostro percorso artistico? Quali esperienze e influenze hanno modellato il vostro stile musicale e come avete iniziato a creare musica elettronica?

Primeiro: Ho iniziato componendo canzoni, pubblicando dischi come Siro Bercetche, più legati alla canzone e alla chitarra. Dieci anni fa ho fondato Lujo Asiático, un duo di elettronica senza macchine insieme a Andrés Serantes e Cristian Gracias Laborde. Questo progetto mi ha avvicinato alla musica elettronica.
Col tempo, il bisogno di esplorare il suono oltre la struttura della canzone mi ha portato verso territori più atmosferici e sensoriali. Così è nato Primeiro, molto affezionato agli arpeggi fluttuanti e alle sequenze ripetitive costruite con una cura quasi artigianale. Mi piace pensare al suono come una scultura in movimento, dove ogni strato ha una sua logica interna ma anche un modo proprio di dissolversi nel tutto.
Si può dire che la mia musica abiti una frontiera tra ambient, progressive sperimentale e un trance fatto a mano. A volte può sembrare che evochi una certa tranquillità, qualcosa nella linea di Hiroshi Yoshimura — che è una grande influenza per me — ma se si ascolta con attenzione emergono trame più dense, pattern che si intrecciano e si deviano, piccole anomalie che rompono la calma. Lavoro molto su ogni dettaglio, su ogni variazione microscopica, cercando che il suono respiri, ma anche che trascini. Più che un genere, mi interessa costruire un’esperienza sonora che inviti a un ascolto profondo, quasi rituale, dove il ripetitivo diventa trasformativo.

Qoa: La mia formazione viene dall’arte sonora, dall’ascolto espanso e dal lavoro sul campo nei territori naturali. Ho iniziato registrando ambienti e suoni della natura, e poi ho cominciato a manipolarli, processarli, aggiungendo sintesi e strati che rispondono a una logica più vibrazionale che musicale, nel senso tradizionale del termine. Mi ispirano le teorie di Karen Barad, Donna Haraway, e tutto ciò che intreccia la relazione corpo-territorio. L’elettronica è arrivata come una necessità di amplificare queste risonanze.

Come descrivereste la scena della musica elettronica in Argentina oggi? Quali sono le principali sfide e opportunità per gli artisti locali?

Qoa e Primeiro: La scena argentina è una delle più vive e originali che conosciamo. C’è qualcosa nella precarietà che ti costringe a inventarti, a essere creativo, a sviluppare qualcosa di autentico. Non c’è molto spazio per fare musica per moda o convenienza: chi lo fa, lo fa perché ne ha davvero bisogno, perché ha qualcosa da condividere. A Buenos Aires c’è una varietà di eventi e proposte incredibile. Puoi vivere una settimana facendo un tour tra scene diverse, generi, spazi. Ma è importante anche guardare oltre la capitale: in tutto il paese ci sono focolai con identità proprie, dal nord-ovest fino alla Patagonia. La sfida è che è difficile sostenersi economicamente, ma è proprio questo che genera un fuoco molto genuino. E l’opportunità è che, proprio grazie a questa autenticità, ciò che si crea qui ha un’anima difficile da replicare.

Quali sono le vostre fonti d’ispirazione nella creazione musicale? Ci sono artisti, generi o esperienze che vi influenzano particolarmente?

Qoa e Primeiro: La vita stessa. La natura. Il fiume. Il non-umano. Le camminate, le conversazioni, i viaggi, i corpi. Ci influenzano molto anche il cinema, la poesia, il paesaggio sonoro. E ovviamente gli incontri con altri artisti. E certe macchine e sintetizzatori specifici!

Potete descrivere il vostro processo di produzione musicale? Utilizzate strumenti o programmi che considerate fondamentali per il vostro suono?

Primeiro: Il mio cervello è il sequencer — uso il Torso T1 per attivare ritmi e sequenze, un sintetizzatore Dave Smith Tetra4 e un campionatore. Lavoro molto con il sidechain, mi piace quell’effetto di respirazione che genera. Mi interessa mantenere l’umano nell’elettronico.

Qoa: Lavoro con registrazioni sul campo, sintesi granulare, voci, oggetti acustici come pietre o rami, e elaborazione digitale. A volte compongo con Reaper o Ableton, ma uso anche registratori portatili e microfoni a contatto. Non esiste un solo metodo: dipende dal contesto e dal luogo.

Come vedete il valore delle collaborazioni nel mondo della musica elettronica?

Qoa e Primeiro: La collaborazione è essenziale. Tutto acquista un’altra dimensione quando si fa con altrɜ.
Progetti come Feed the River, Sonósfera e altri incontri ci hanno permesso di aprire il suono ad altri corpi, ad altri fiumi, ad altri modi di ascoltare. In questi spazi, la musica smette di essere una costruzione chiusa per diventare una pratica di connessione e trasformazione. Feed the River è un’esplorazione artistica ed ecologica che si sintonizza con i fiumi e i loro ecosistemi attraverso l’ascolto espanso, le registrazioni sul campo e le tecnologie sensibili. Il progetto cerca di alimentare la consapevolezza dei corpi idrici come entità viventi, catturandone le voci invisibili e le risonanze nascoste, in dialogo con paesaggi, memorie e comunità. Sonósfera, invece, è sia un ciclo di eventi che una pratica di improvvisazione collettiva, in cui musicistɜ di diversi linguaggi si incontrano per conversare attraverso il suono e il corpo, in tempo reale. Guidatɜ da parametri che funzionano come giochi, proponiamo uno spazio aperto di creazione condivisa in relazione con l’ambiente. In entrambi i progetti, il suono in dialogo si trasforma: diventa più generoso, più imprevedibile e più attento al mistero di ciò che ci circonda.

Quanto è importante per voi esibirvi dal vivo? Che ruolo giocano i festival nella vostra carriera?

Qoa e Primeiro: Il live è fondamentale. È quando il suono smette di essere qualcosa di chiuso e diventa una conversazione con chi ascolta. Spesso capiamo davvero le nostre opere solo quando le suoniamo dal vivo, quando sentiamo come risuonano in altri corpi e spazi. I festival sono piattaforme preziose perché riuniscono scene e pubblici diversi. Ma ciò che conta di più è la possibilità di condividere un’esperienza reale di ascolto collettivo.

Pensate che i social siano un buon mezzo per rimanere in contatto con chi vi segue?

Qoa e Primeiro: Ci aiutano a connetterci, a diffondere ciò che facciamo, a volte anche a superare i confini. Ma sentiamo anche che l’algoritmo non rappresenta sempre il nostro ritmo né la nostra sensibilità.
Valorizziamo molto di più gli incontri di persona, le comunità che si formano intorno al suono, alla condivisione. I social sono uno strumento, ma l’esperienza reale è sempre nel corpo, nell’aria, nel suono vivo.


0 0 votes
Valuta l'articolo!
0
Would love your thoughts, please comment.x
Logo con lettering sfondo trasparente radioaktiv

Iscriviti alla nostra newsletter

Non perdere le nostre rubriche e tutti gli aggiornamenti sulle nuove uscite discografiche su base mensile.

Iscrizione riuscita!