Cala la notte con i Princess Thailand
Pubblicato il 24 aprile 2020 da À Tant Rêver du Roi e Luik Records, And We Shine è il seguito dell’omonimo disco della formazione francese Princess Thailand.
Vengono da Parigi e Tolosa Pat Jeanson (chitarra), Aniela Bastide (voce), JB Mancave (chitarra), Maxime de Guibert (basso), Jean Pellaprat (batteria), Yann Voegel (flauto, melodica) e Romain Malavialle (ingegnere del suono) e descrivono la loro musica come un “rock grezzo, una voce femminile che incanta, canzoni ipnotiche”.
Un mix di post punk, new wave e pop per le sette canzoni di And We Shive che già dal primo ascolto si rivela un album potente e inquieto. Con la prima traccia, First Time, veniamo colpiti da un suono abrasivo: chitarre taglienti e ritmica serrata si sposano bene con la voce di Aniela che ricorda quella di Siouxsie Sioux.
La sinistra Sonar si apre con un muro sonoro eretto da batteria e chitarra, un vero e proprio schiaffo in faccia. La seconda traccia vira verso sonorità new wave, suoni distorti dove si poggia la febbrile voce di Aniela con un finale spettrale. Sulla stessa scia si muove We Shine: chitarre al vetriolo e una sessione ritmica che ci fa quasi ballare, poi la traccia rallenta e diventa ammaliante.
In chiusura IntoHerSkinsi lascia andare a suoni più morbidi, senza dimenticare l’animo dark della band. La voce di Aniela è trascinante e fa da apripista ad un finale rumoroso carico di distorsioni.
Nonostante le influenze del gruppo siano ben inquadrate, i Princess Thailand riescono grazie all’uso dei synth e degli strumenti a fiato ad andare oltre i canoni di questi generi, non inventano niente di nuovo eppure suonano magistralmente e riescono a risultare freschi e interessanti. Con And We Shive la formazione francese riuscirà a far breccia negli amanti delle sonorità cupe e a ritagliarsi un’altra fetta di pubblico distante dal post punk.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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