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Alla scoperta del mondo interiore di Pyur

Cinque anni dopo l’esordio con Oratorio For The Underworld, Sophie Schnell aka Pyur, pubblica il suo secondo Lp su Subtext Recordings.

In Lucid Anarchy l’artista tedesca si sofferma sulla qualità e le strutture dei brani cercando di comunicare l’esperienza personale piuttosto che esplorare varie narrazioni.

L’album è formato da nove tracce che compongono un mondo sonoro dinamico e pulsante, una musica elettronica fortemente intensa, frammentata e caleidoscopica che evoca l’estatica dolcezza della scoperta della propria esistenza tra il perpetuo collasso delle certezze e del sé.

Pyur intreccia sequenze a cascata con una voce umana e alcune note di pianoforte fino ad ottenere una musica melodica e raffinata, proponendo un linguaggio sonoro alienante, un caos pacifico che suona come qualcosa di estremamente naturale.

C’è un’instabilità nel disco che sembra quasi organica, con i suoni che accelerano e rallentano a intervalli precisi (Delta) aprendo la strada a traiettorie più grandi e atmosferiche. In Intersections vengono a galla le mirate scelte armoniche della Schnell: il suono delle macchine perfettamente lucidate è costruito pazientemente in uno spesso muro di suono e poi disintegrato metodicamente.

Night / Sea è uno dei momenti salienti del disco. La quarta traccia è un mix di percussioni e manipolazioni digitali stratificate che suonano eteree. L’effetto è quello che si ha guardando le nuvole accumularsi prima di un temporale per poi svanire lentamente.

In Moving, Not Knowing Pyur introduce suoni di synth scintillanti supportati da una ritmica minimale, una produzione che si rivela la testimonianza della capacità della nostra di strappare emozioni autentiche da una musica così corroborante.

Questo nuovo capitolo di Pyur è un’evocazione della caotica interrelazione fra le astrazioni inafferrabili dell’esperienza interiore e l’entropica, vertiginosa e bellissima infinità del mondo che osserviamo.

Lucid Anarchy è un album consigliato per chi già ascolta Oneohtrix Point Never, Caterina Barbieri, Lorenzo Senni e Daniele Mana.



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