La potenza live delle Qonicho Ah!
Le Qonicho Ah! sono un duo marsigliese composto da Morgane Carnet (sassofono ed effetti) e Blanche La Fuente (batteria) dedite a una musica nevrotica e poliforme, un mix di suoni asimmetrici influenzati tanto dal free jazz e dall’improvvisazione, quanto dalla psichedelia e dall’avanguardia.
Con l’omonimo album il duo firma l’undicesima uscita in casa Kaczynski Editions, quattro tracce registrate al Festival Banlieues Bleues nel marzo 2020 atte a fotografare la formazione francese nella loro dimensione più congeniale, quella live.
L’inizio è scoppiettante con HIHI!:la parte iniziale è occupata dall’improvvisazione jazz del sax, una partenza intensa e vibrante nella quale s’inserisce una ritmica mai indomita. I due strumenti camminano insieme in un crescendo dritto e vorticoso esasperato dalle sventagliate jazz-core del sassofono. La batteria contribuisce a dare compattezza e spigolosità al suono con un finale che si trasforma in un esaltante e feroce momento di claustrofobia ritmica. A seguire la prima parte di OH! è tutta dedicata alla free-form dei fiati: Morgane Carnet ricama una melodia noir fatta di leggere progressioni introspettive, un continuo rallentare e accelerare, giocando con le pause affinché la traccia non risulti statica. Nella seconda parte si aggiunge la batteria con i suoi suoni secchi e riverberati, quasi a voler respingere il suono completamente opposto del sax. Insieme il brano acquista slancio crescendo clamorosamente in un energico dialogo tra i due elementi.
La conclusiva HU! vede le due musiciste inserire il proprio strumento negli scorci dell’altro, incastrandosi perfettamente in una trama avant-jazz fatta di botte e risposte, con le due che non tendono mai a smussare i toni bensì a dare un taglio caotico alla composizione.
Nonostante la proposta non così innovativa,Qonicho Ah! è un album ben suonato, un lavoro basato sull’esplorazione timbrica con le due musiciste che mantengono il confronto acceso per tutta la durata del disco.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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