Deep Dark Blue: un album di guarigione
Se nel 2021 R.Y.F. ci avvolgeva col calore di Everything Burns, Deep Dark Blue è pervaso da sofferenza e tonalità fredde, eppure capace di veicolare emozioni laceranti.
Il quarto album di Francesca Morello è uscito il 5 aprile 2024 per Bronson Recordings, dieci canzoni dark-queer, electro-punk, nelle quali immergersi e riaffiorare diversi.
Nonostante in Deep Dark Blue confluiscano differenti generi stilistici, l’album suona fluido e coerente, con le tracce legate da un filo conduttore dark electro-punk.
L’album si apre con il singolo Blue che vede R.Y.F. affiancata dalla poetessa, musicista e attivista statunitense Moor Mother. Un brano claustrofobico e inquietante di elettronica distorta che ti entra subito in testa grazie alle pulsazioni ottundenti e alle cadenze hip hop. «Blue is in my blood / Under my skin» canta R.Y.F. mentre il sangue ti si raggela con lo spoken word di Moor Mother.
In Lies R.Y.F. si diverte a mettere insieme elementi hip hop con ritmi dance-punk dando vita ad un brano sexy e divertente. La canzone è stata realizzata con il contributo di Matteo Vallicelli (The Soft Moon, Death Index) ai sintetizzatori ed è nata per esorcizzare il dolore. L’attitudine improntata al divertimento ha contagiato anche la musica stessa tanto che una sezione del beat è stata ottenuta campionando una registrazione vocale di un orgasmo della Morello.
Can I Can U celebra l’amore universale attraverso un linguaggio musicale grintoso che si lascia ballare con piacere. Un mix di electro dance house e taglienti chitarre alt-rock, concepito come un botta e risposta tra R.Y.F. e Skin, ospite del brano. Gli ideali di sovversione queer e femminista, contro omofobia, transfobia e patriarcato diventano un vero e proprio inno da cantare a squarciagola
Nell’album c’è spazio anche per momenti meno movimentati come l’intima Violent Hopes, dotata di chitarre ronzanti. Un brano di chiara matrice dark-wave che ha tutte le carte in regola per rimanere ben impressa nelle playlist degli appassionati del genere.
Tra ritmiche serrate e un lirismo oscuro, Smash & Destroy è il potente manifesto electro surf-punk di R.Y.F., un inno queer transfemminista retto da riff distorti e synth inquieti, con il ritornello «Smash & Destroy / Patriarchy» da gridare con forza e rabbia.
Deep Dark Blue è un’esperienza edificante nata dalla sofferenza, attraverso queste tracce cupe ma suonate con attitudine giocosa arriva un profondo senso di recupero e di guarigione.
Nato a Caserta nel 1989, innamorato folle della musica, dell’arte e del basket. Nel lontano 2003 viene letteralmente travolto dal suo primo concerto, quello dei Subsonica, che da quel giorno gli aprirono un mondo nuovo e un nuovo modo di concepire la musica.
Cresciuto col punk e la drum and bass, ama in maniera smoderata l’elettronica, il rock e il cantautorato. Fortemente attratto dal post-rock, dalla musica sperimentale e da quella neoclassica, non si preclude all’ascolto di altri generi definendosi un onnivoro musicale.
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