Illmatrix: idillio psych trip con i cromatismi lisergici dei Rainbow Island
Lasciatasi alle spalle la parentesi di Crystal Smerluvio Riddims, il quartetto romano Rainbow Island pubblica un sequel alternativo inedito che si sviluppa come un processo send-return di dati sonori tra Cina, Regno Unito e Italia.
La proposta in questione prende il nome di Illmatrix, in uscita per ArteTetra (mixing a cura di Giancarlo Brambilla aka Kuthi Jin). Suddiviso in 12 tracce dalle fattezze occulte, il disco si presenta come un accumulo non lineare di informazioni sonore in continua sovrapposizione.
Curioso come le musicalità di questo lavoro volgano a stupefacenti immaginari grotteschi; partendo da una saga mitologica archeo-futurista (frutto dell’inventiva dello stesso collettivo), il formato spoken-decostruttivo viene addizionato ad una serie di proposte arrangiate, che si avvalorano di forti cromatismi lisergici. Emerge un impattante psichedelia digitale le cui derive glitch virtuali, space dub e di esotismo tribale si miscelano caoticamente per mezzo di sfumature elettroniche ed inserimenti vocali; il tutto adagiato sul tempo incalzante della batteria analogica.
Ne deriva un sound design artificioso arricchito di intermezzi noise, sample strumentali, ambient fluido e sintesi monolitica, in un immaginario complessivo irreale, allucinogeno e a tratti oscuro. Importanti i richiami alle sonorità videoludiche vintage, a costituire un linguaggio cibernetico ed inquietante. Sotto altri aspetti i sentori impro conferiscono alle tracce una connotazione sinfonico-sintetica, disponendosi sulle griglie di un’elettronica additiva contaminata da innumerevoli influenze stilistiche.
La sensazione complessiva che emerge da questo lavoro è quella di trovarsi dinanzi ad un mosaico sonoro concepito come un avvicendarsi di soluzioni diametralmente contrastanti ma non per questo inefficaci.
Dalle dinamiche squilibrate alle dilatazioni mistiche, dagli ambienti equatoriali al noise più asfittico e stretchato, Illmatrix si dimostra un idillio in cui coesistono mondi sonori diversi. Un lavoro sperimentale attraverso il quale è possibile scoprire acustiche nuove ed interessanti, addentrandosi nei meandri più torbidi e psicotropici del suono prodotto.
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